Meno leggende, più cantine!
Anna è una giornalista di successo. Durante un’intervista una domanda la scuote profondamente, portandola a intraprendere un viaggio in Italia: chi era suo padre? Il viaggio a ritroso nella sua vita privata diventa così un’inchiesta intima sulla vita di Bob Wind, ovvero l’attore Roberto Cimetta.
Il cinema da sempre intrattiene una relazione complicata con il teatro e, in particolare, con i suoi protagonisti meno celebrati. Nel 2015 Franco Maresco ha omaggiato la vita di un altro Franco, Scaldati, nel documentario Gli uomini di questa città io non li conosco. Vita e teatro di Franco Scaldati, ma retrocedendo di qualche anno, 1980, possiamo inciampare anche nel documentario collettivo L’altro teatro (inserito come extra di Estate romana di Matteo Garrone) dedicato al teatro delle cantine romane. Entrambi scelgono il documentario come mezzo espressivo, al contrario di Dario Migianu Baldi che, per raccontare tasselli della vita di Roberto Cimetta, in La leggenda di Bob Wind si concede totalmente alla finzione. Il risultato, tolte evidenti ingenuità nella scrittura e nei dialoghi riconducibili all’inesperienza dei tre sceneggiatori, è un film anacronistico su di un personaggio ai più sconosciuto. Non conoscevo Roberto Cimetta, come non conoscevo Franco Scaldati (faccio doppio mea culpa) ma mentre Maresco mette subito le mani avanti, ammettendo la marginalità di Scaldati, e opera sull’anatomia della conoscenza, con conseguente impietosa diagnosi (nessuno oggi lo ricorda più), Baldi dà per scontato fin dal titolo che il suo Bob Wind sia, davvero, un personaggio leggendario. Il pubblico non può che stare dalla parte del primo e sentirsi un po’ preso in giro quando, sul finale del secondo, scopre l’amara verità riassumibile con “pensavate che fosse un film e invece è ispirato alla vita di un personaggio reale che non conoscete”. Scrive Baldi “se solo uno degli spettatori di questo film riconoscerà dentro sé una rinnovata voglia di provarci, di uscire fuori, di creare qualcosa di piccolo o la più folle delle imprese, di essere travolto così come lo è Anna, allora sì, la storia di Roberto sarà servita ancora una volta in più”, dimostrando come il suo sia un film a tesi che pesca nel clima creativo del teatro sperimentale per smuovere le coscienze dei frequentatori delle sale d’essai, cioè gli ultracinquantenni che di quella stagione sono stati spettatori oppure vittime consapevoli. “No, il dibattito no!” gridano a Fabio Traversa in una scena di Io sono un autarchico ed è proprio quello che manca al film di Baldi: l’autoironia consapevole delle cantine.
La leggenda di Bob Wind [Italia 2016] REGIA Dario Migianu Baldi.
CAST Corrado Fortuna, Lavinia Longhi, Ivan Franek, Paolo Briguglia, Elisabetta De Vito.
SCENEGGIATURA Dario Migianu Baldi, Alberto Nucci Angeli, Elena Casaccia. FOTOGRAFIA Timoty Aliprandi. MUSICHE Giordano Corapi.
Drammatico/Biografico, durata 105 minuti.