Giovani outsider in cerca di riscatto
Sbarca in questi giorni al cinema il film ispirato ai Power Rangers, celebre serie televisiva statunitense diventata un vero e proprio programma di culto tra i giovani negli anni Novanta e basata sull’originale nipponico Super Sentai.
Le aspettative generali sono molte anche perché la precedente trasposizione filmica, datata 1995, non riuscì ad approdare sul grande schermo nonostante fosse stata girata e prodotta solo alcuni anni dopo il debutto in tv e nel bel mezzo della fortuna planetaria del suo merchandising. Molti i punti di contatto con quanto visto in precedenza: tornano infatti i colori distintivi delle tute-armature dei cinque ragazzi, così come i poteri scatenati dalle misteriose monete, le peculiari macchine biomeccaniche chiamate zord e il ritorno del celebre doppiatore del serial che qui presta la voce e il volto a Zordon. Premetto che – non facendo parte del target ideale della serie – non posso esattamente definirmi una fan dei Power Rangers né in versione originale né nella loro rivisitazione anche se, visto come s’imposero prepotentemente all’attenzione dei giovani spettatori italiani e nei mercati mondiali per più di vent’anni, è praticamente impossibile non conoscerli almeno un pochino (anche perché il telefilm vanta una ininterrotta e lunghissima presenza nel nostro palinsesto televisivo). Gli adattamenti dal piccolo al grande schermo e viceversa, comunque, mi incuriosiscono sempre, specie se si tratta di programmi come questo che hanno segnato un’epoca per intere masse di spettatori. Non me ne vogliano gli appassionati della serie che attendono da decenni di vedere il proprio mito televisivo varcare la soglia di Hollywood ma l’opera di Israelite, palesemente pensata non solo per i consumati aficionados ma pure per un potenziale nuovo seguito sembra non avere i giusti assi nella manica per restare impresso nella memoria della platea. Si rifà molto ai lungometraggi campioni d’incassi della Marvel ma senza osare lo stesso coraggio di intenti narrativi. Nonostante l’attualizzazione delle tematiche legate al disagio giovanile che si intravedono a sprazzi (il cyberbullismo, l’outing sessuale, il non sentirsi adeguati in nessun posto, il politically correct), gli scivoloni sono molti, a partire dalla comica scena del volo tra le rocce dei cinque novelli supereroi. Non serve ai fini del riscatto nemmeno l’aggancio alla preistoria terrestre con conseguente occhiolino a film che mischiano – conquistando però il plauso di critica e pubblico quanto a credibilità ed estetica – alieni, dinosauri e ominidi come Prometheus. La lezione di registi del calibro di Ridley Scott purtroppo si attesta e rimane anni luce lontana.
Power Rangers [Id., USA/Canada 2017] REGIA Dean Israelite.
CAST Naomi Scott, Bill Hader, Bryan Cranston, Elizabeth Banks.
SCENEGGIATURA John Gatins (ispirata ai personaggi Mighty Morphin Power Rangers, creati da Haim Saban, Shuki Levy e Toei Company). FOTOGRAFIA Matthew J. Lloyd. MUSICHE Brian Tyler.
Azione/Avventura/Fantascienza, durata 124 minuti.