Un’identità americana
L’ultimo lavoro di Gore Verbinski, Rango, non è un’opera di facilissima catalogazione, non solo per il fatto di essere il primo film d’animazione del versatile regista, ma soprattutto perché presenta una comicità più “adulta” di quello che solitamente siamo abituati a vedere in pellicole del genere.
Non solo: il protagonista è caratterizzato da un’auto-riflessività fuori dal comune, che influisce fortemente sui tempi del racconto rallentandone di molto il ritmo e portando al possibile disorientamento da parte degli spettatori. La pellicola narra delle avventure di un piccolo camaleonte, che dopo essersi perso nel deserto, finisce in un paesino chiamato Dirt. Qui verrà nominato sceriffo, grazie anche alla grande quantità di frottole che racconterà agli abitanti. Suo sarà il compito di risollevare il luogo dalla grave crisi di siccità che attanaglia la cittadina. Rango è un film che parla dell’assenza d’identità dei nostri tempi. Infatti il piccolo camaleonte protagonista ne è sprovvisto (non sappiamo mai il suo vero nome) e cerca in tutti i modi di “inventarsi” oppure di entrare in una storia che non esiste o che – semplicemente – è più grande di lui. Ma la bestiola è il tramite con cui gli autori intendono parlarci della società contemporanea (in particolare quella americana), incapace di ritrovare la propria identità in un mondo sempre più globalizzato dove le barriere spaziali sono annullate. La crisi che sta attraversando la società del villaggio di Dirt sembra tremendamente rimandare alla crisi economica del nostro tempo, dove i sol(i)di sono sostituiti dall’acqua. Per ovviare a quest’assenza d’identità bisogna tornare al vecchio West, dove l’America era sì selvaggia, ma anche più vera e autentica, in cui la gente faceva affidamento su poche personalità che nel tempo diventavano leggendarie. Rango non segue pienamente la strada tracciata dal genere western (la trasformazione dell’America in un Paese civile in cui il potere passa nelle mani dei burocrati e della legge -tema che fu, fra i tanti, del capolavoro fordiano L’uomo che uccise Liberty Valance). L’“inganno capitalistico” ordito dal sindaco di Dirt (chiaro il suo riferimento a Noah Cross interpretato da John Huston in Chinatown di Polanski) ai danni della cittadina, nonché la sventurata sorte dell’anziano, sono un rovesciamento della tradizione. L’America – selvaggia – è di nuovo nelle mani delle leggende: siano esse buone, cattive, vere o fasulle (come i personaggi di un film) poco importa, purché si possa ritrovare la propria identità e con essa se stessi.
Rango [Id., USA 2011] REGIA Gore Verbinski.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Johnny Depp, Isla Fisher, Bill Nighy, Alfred Molina.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI) Nanni Baldini, Giuppy Izzo, Roberto Draghetti, Pino Insegno.
SCENEGGIATURA John Logan. MONTAGGIO Craig Wood. MUSICHE Hans Zimmer.
Animazione, durata 107 minuti.