Stand Up Dramedy
A Judd Apatow non si può negare il fiuto: prima che il mondo impazzisse per gli stand up comedian americani, che da Netflix in poi diventassero il filtro prediletto per capire il mondo americano (e quindi, il mondo tout court), il regista e produttore ha sempre avuto un occhio di riguardo per quelli che in Italia chiameremmo cabarettisti, tanto da metterli al centro di molti suoi film.
In The Big Sick, da Apatow prodotto e diretto da Michael Showalter, non solo il protagonista è un comedian ma, tendenza nella tendenza, il film è un’opera di auto-fiction in cui Kumail Nanjiani mette in scena se stesso. Soprattutto mette in scena la sua relazione con la futura moglie Emily, conosciuta in un locale in cui l’uomo si stava esibendo, ma resa difficilissima dalla differenza di cultura: Kumail infatti è di origini pachistane e tiene nascosto che la famiglia sta cercando di farlo sposare con una connazionale. Ma quando Emily si ammala gravemente, il rapporto con i genitori di lei rimetterà molte cose in prospettiva. Scritto da Nanjiani proprio con la vera moglie, Emily V. Gordon, The Big Sick è una commedia in cui i sapori tipici del cinema di Apatow – il tono agrodolce, la ricerca del realismo e la furbizia nel piegarlo al sentimentalismo, la durata sopra le righe – e il talento comico stralunato del protagonista si sposano in un film indie perfetto, premiato dal pubblico tanto del SXSW che di Locarno. E non si potrebbe pensare il contrario: Showalter, veterano dell’humour indipendente televisivo, è abile a mescolare le due vene iniettandovi dosi di tenue melodramma, in modo che lo spettatore si senta al caldo, confortato in un film non troppo frivolo, non troppo pesante, in cui si ride e si piange “come nella vita quotidiana” (come vuole il luogo comune della commedia tarata col bilancino). È un film buono per tutte le stagioni e proprio questa forza è anche il suo limite principale. Perché in The Big Sick scorre tutto superficiale, anche il dramma, e non si cerca mai la profondità dell’animo umano ma la sua conciliazione attraverso la risata, l’affetto, l’abbraccio. Il gesto che consola. Non c’è nulla di male in un film consolatorio, anzi, e quello di Showalter è un film a suo modo corroborante, ma anche troppo in punta di piedi, figlio di un politically correct apparentemente alternativo. Non proprio il modo più ficcante di utilizzare uno stand up comedian, ma il metodo Apatow “funziona” e non avrebbe troppo senso a Indiewood (la filiale indipendente di Hollywood) starlo a discutere.
The Big Sick [id., USA 2017] REGIA Michael Showalter.
CAST Kumail Nanjiani, Zoe Kazan, Holly Hunter, Ray Romano.
SCENEGGIATURA Kumail Nanjiani, Emily V. Gordon. FOTOGRAFIA Brian Burgoyne. MUSICHE Michael Andrews.
Commedia/Drammatico, durata 120 minuti.