Pugni, bambole e bastardi
Tagliate a pezzetti Tarantino, Eli Roth e il rapper RZA, soffriggete il tutto e il piatto è pronto: L’uomo con i pugni di ferro, esordio alla regia della voce del gruppo musicale Wu-Tang Clan, é puro cinema d’intrattenimento.
Con i nomi coinvolti il risultato finale di The Man with the Iron Fists non poteva che essere un sunto della filmografia pulp e splatter del cinema americano contemporaneo, portato all’estremo e sopra le righe. Ispirato alle pellicole wuxiapian cinesi tanto care a Tarantino e soci, il film è un’esplosione di sangue, violenza e vendetta estremamente grottesca e divertente. La storia del fabbro, interpretato dallo stesso RZA, costretto a forgiare armi per le gang della Cina feudale fino ad arrivare ad essere assoldato da una di queste per la sua sete di vendetta, è il plot esile e confuso di un film altrettanto sconnesso. C’è tanto e forse troppo ne L’uomo con i pugni di ferro, ma insieme a tante ingenuità e imperfezioni è palese la passione di RZA per il genere cinematografico. La regia è figlia di un immaginario a cui siamo stati abituati negli ultimi anni, e quindi risulta in alcuni momenti poco originale e a tratti noiosa. Lo stile ancora grezzo e inesperto porta la pellicola ad un’imperfezione di fondo, che però è ben manovrata e resa ottimale nei dettagli più particolari, come i titoli di testa e di coda che richiamano appieno il cinema orientale di genere. L’interessante esordio è puro cinema di intrattenimento, con combattimenti e situazioni assurde, che fanno ben sperare per il futuro cinematografico di RZA. L’uomo con i pugni di ferro rappresenta l’ennesima occasione per il cinema americano, sorretto da budget e produzioni che in Italia ci sogniamo, per dimostrare l’attaccamento e la fiducia nel cinema di genere. Il coraggio dei produttori e distributori d’oltreoceano è tutto da invidiare: pur sfruttando le mode del momento, conservano il sistema dei generi come base della loro cinematografia (caratteristica che invece dolorosamente manca al cinema nostrano). Supportato dalle performance sopra le righe e divertite di Russel Crowe, Lucy Liu e del wrestler Batista, il film si riserva di stereotipare e di giocare con i generi accarezzando anche i pink movies. Nella grande apoteosi registica c’è spazio anche per le citazioni che raggiungono il culmine nell’omaggio ad Orson Welles nella scena del gioco di specchi alla Signora di Shanghai. Coraggioso, spiritoso ed estremamente splatter: una ricetta cotta a puntino sconsigliata ai palati fini.
L’uomo con i pugni di ferro [The Man with the Iron Fists, USA 2012] REGIA RZA.
CAST RZA, Rick Yune, Russell Crowe, Lucy Liu, Pam Grier, Jamie Chung.
SCENEGGIATURA RZA, Eli Roth. FOTOGRAFIA Chan Chi Ying. MUSICHE Howard Drossin.
Azione, durata 96 minuti.