Il paranormale si impossessa della terza dimensione
Il successo del termine paranormale, legato a quello della saga di Paranormal Activity, ha fatto sì che anche questo film lo contenesse nel titolo.
Paranormal Xperience 3D però più che al paranormale si ispira allo slasher e tenta di imitare il teen-horror americano sulla scia di Non aprite quella porta. Il film di Sergi Vizcvaino è il primo horror stereoscopico spagnolo. Angela è una studentessa di medicina che accetta di esplorare la cittadina abbandonata di “Sussurro” per dimostrare al suo professore che il paranormale non esiste. La leggenda racconta del dottor Matarga che a “Sussurro” assassinò decine di persone in maniera terribile. I sopravvissuti si vendicarono e lo rinchiusero nelle miniere di sale lasciandolo morire lentamente. Angela, nella sua avventura, viene seguita da quattro dei suoi compagni e da sua sorella Diana. La traumatica esperienza infantile delle due sorelle alimenta l’indagine dei ragazzi e si fonde con l’elemento psicologico che fa da traino a tutto il film. Anche in questa pellicola non ci vengono risparmiati i luoghi comuni: villaggio abbandonato, chiesa e mattatoio. Sono questi gli spazi in cui si alternano momenti di psicosi maniacale a momenti di pura violenza che rasentano lo splatter. I protagonisti (attori conosciuti nella scena televisiva spagnola) della storia ci vengono presentati fin dalla prima scena in un ambiente claustrofobico che spiazza lo spettatore, ma solo l’incipit sembra essere l’elemento valido del film. Il resto si rivela essere piuttosto banale e privo di situazioni sconvolgenti, pur evitandoci, almeno, l’abusato uso della tecnica mockumentary. I personaggi, forse con l’eccezione di Angela e Diana, sono trattati in maniera stereotipata; l’uso del 3D è intenso nelle scene più sanguinarie ed uno dei pochi meriti della pellicola. La scelta della location è ottima per sfruttare al meglio le potenzialità anaglifiche del film e per non limitarsi ai soli effetti proiettivi.