Guardarsi nello specchio del cinema
I Manzoni sono una famiglia di italoamericani nata per essere parte del mondo mafioso. Ma i tempi cambiano, non siamo più nella Brooklyn degli anni ’50, e così per aver testimoniato contro uno dei capi del capofamiglia Giovanni, sono costretti a emigrare sotto protezione in Normandia. La copertura non durerà molto e i Manzoni dovranno far fronte ad un passato che torna minaccioso.
Dopo un po’ di film anomali come la mini epopea di Arthur, il fumettistico Adèle e l’enigma del faraone e il non riuscitissimo ritratto di Aung San Suu Kyi The lady – L’amore per la libertà, Luc Besson torna a dirigere una crime story e lo fa utilizzando tutta l’ironia del caso. Se il problema principale per la famiglia (The Family il titolo originale) nei primi minuti sembra essere l’integrazione e la distanza abissale fra abitudini di vita separate da un oceano, si fa forza lentamente nello spettatore intorno alla fine del primo tempo l’idea che, in realtà, il vero fulcro sia la presa di consapevolezza di un uomo, Giovanni Manzoni (Robert De Niro) e, più in generale, di un genere. Tutti i membri della famiglia esprimono caratteristiche macchiettiste di prototipi mafiosi: la moglie (Michele Pfeiffer), femme fatale in pensione ma ancora capace di far saltare in aria i supermercati, il figlio Warren (John D’Leo) vero erede della tradizione malavitosa e la figlia Belle (la Dianna Agron di Glee), la cui storia d’amore col professore di matematica è l’unica sottotrama totalmente inutile ai fini della storia. L’ironia si fa largo nel momento in cui capiamo che Giovanni sta seriamente pensando di scrivere un memoriale della sua vita di mafioso da dare alle stampe, naturalmente osteggiato dall’agente della Cia Stansfield (Tommy Lee Jones) che lo controlla giorno e notte. Ma si concretizza in una scena che potrebbe diventare un piccolo cult. Giovanni, che si finge scrittore, viene invitato a presenziare alla proiezione di un film americano in un cineclub di provincia che, guarda caso, è Quei bravi ragazzi, film del 1990 diretto da Martin Scorse (fra i produttori del film di Besson) e interpretato proprio da De Niro. Alla fine del film Giovanni/De Niro invece di raccontare banalità cinefile, racconta la vera storia della sua vita, dei veri goodfellas, riscuotendo grande successo. De Niro che, riguardandosi al cinema dopo 23 anni, vuota il sacco in un circolo infinito di finzione e meta-finzione, è una delle scene più intelligenti, divertenti e autoironiche venute dagli Usa nel 2013. Una ferita riaperta in quei personaggi e in quel genere che traghetta il film verso la sparatoria finale, in cui l’immagine classica del gangster viene annientata, come fosse un brutto ricordo o un sogno ad occhi aperti.
Cose nostre – Malavita [The Family, USA/Francia 2013] REGIA Luc Besson.
CAST Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones, John D’Leo, Dianna Agron.
SCENEGGIATURA Luc Besson, Michael Caleo. FOTOGRAFIA Thierry Arbogast. MUSICHE Evgueni Galperine, Sacha Galperine.
Commedia/Gangster, durata 111 minuti.