L’avevamo tanto amato
C’erano Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e Gian Maria Volonté. C’erano Divorzio all’italiana, Il sorpasso e La classe operaia va in paradiso. C’era il Cinema, c’era il Divo. Dopo Quando la notte Cristina Comencini torna dietro la macchina da presa con Latin Lover, dichiarazione d’amore per il Cinema, immaginando il Divo Saverio Crispo (Francesco Scianna) – mai esistito in realtà, bellissimo e seducente, sintesi del corpo, dei gesti e dei modi del divismo nostrano: da Gassman a Gemma, da Tognazzi a Mastroianni.
Lo spettatore assiste alla sua storia, vedendo le scene dei film da lui girati, citazioni di opere del nostro patrimonio. Questo, è inevitabile, coinvolge lo spettatore, facendolo sentire a casa. Ci riconosciamo nei baffetti del Don Fefè di Divorzio all’italiana, nello sguardo da guascone del Bruno Cortona di Il sorpasso, nel sudore e nella tensione dei western di Sergio Leone, nel desiderio del Mastroianni di Ieri, oggi, domani. Dopo dieci anni dalla morte di Saverio, le due vedove – Virna Lisi a cui è dedicato il film e Marisa Paredes – e le quattro figlie si incontrano per partecipare alla sua commemorazione. Lo scopo della regista è quello di creare un racconto, narrando il fuori scena, sul cinema e sul mondo femminile. Prendendo le mosse dai ginecei di Almodóvar e dall’impianto teatrale, si mostrano così invidie, gelosie, amori e odi di un gruppo di donne, diverse le une dalle altre, che vivono per/in ricordo di Saverio. Crispo è il Cinema, e Comencini con Latin Lover chiede di salutare un’epoca da cui ci si deve sganciare per andare avanti, cosa che devono fare anche le sue protagoniste con il proprio marito/padre. La regista decostruisce il mito, spogliandolo dell’erotismo, del carisma, della carica vitale del suo uomo, tentando di indagare le fragilità della star – che deve soddisfare le aspettative del pubblico – e lo fa concentrandosi sulle donne, tipi e non personaggi, tradite, lasciate, umiliate. Ciascuna ha il suo ricordo di Saverio e, a causa sua, ognuna, in quella casa, porta il proprio dramma esibendolo con tigna snervante: la perenne depressione di Valeria Bruni Tedeschi, le ansie molto milanesi di Angela Finocchiaro, la forza latina di Candela Peña, e il ricordo sbiadito o inesistente delle due più giovani, Pihla Viitala e Nadeah Miranda. Un falso e piatto femminismo (una sororità ritrovata e una nuova fiducia in sé), un segreto poco segreto, il citazionismo dei tempi che furono, gli stanchi cliché triti e ritriti, fanno di Latin Lover un film che non convince.
Latin Lover [Italia 2015] REGIA Cristina Comencini.
CAST Virna Lisi, Francesco Scianna, Marisa Paredes, Angela Finocchiaro, Candela Peña.
SCENEGGIATURA Cristina Comencini, Giulia Calenda. FOTOGRAFIA Italo Petriccione. MUSICHE Tommy Caputo.
Commedia, durata 114 minuti