Cinevideogioco plastico
Già regista di una versione esteticamente pop ma affascinante di Macbeth, Justin Kurzel torna con i due protagonisti del dramma shakespeariano (Michael Fassbender e Marion Cotillard) nell’adattamento della saga videoludica Assassin’s Creed.
Diviso sostanzialmente in due fasi, una fantascientifica ambientata ai giorni nostri all’interno del futuristico complesso Abstergo, e una fanta-storica ai tempi dell’inquisizione spagnola, il trait d’union narrativo riguarda una lotta plurisecolare tra assassini e templari per l’ottenimento della mela dell’Eden e i semi per il controllo del libero arbitrio. Callum Lynch, criminale condannato a morte, viene rinchiuso nella struttura per rivivere i ricordi di un proprio antenato tramite un processo chiamato Animus, e scoprire dov’è tenuta la reliquia per conto dei templari. Durante questo periodo, però, scoprirà la propria fede al credo degli assassini. Il videogame si divide tra sezioni parkour e combattimenti all’arma bianca, che nella pellicola vengono riproposte con fedeltà grazie a sequenze ben ritmate, in ottimo sincrono con la colonna sonora, e una fotografia dalle interessanti scelte cromatiche, confermando la capacità di Kurzel nella costruzione di una struttura visiva sovraccarica visivamente, nonostante la sovrabbondanza della computer graphic. Diviso tra la fredda rarefazione della luce, ai giorni nostri, e il calore di un sole che staglia spesso i protagonisti in controluce, in quella storica, Assassin’s Creed si contraddistingue per un’idea estetica molto chiara e affascinante, non sempre però supportata da una narrazione spesso troppo intenta a spiegare le regole dell’Animus e il conflitto tra templari e assassini. A tratti caotica e forzatamente misteriosa, in altri momenti invece un po’ troppo semplificata, la narrazione della pellicola decide d’inserirsi autonomamente nell’universo (oltre ai videogame, romanzi e fumetti) di Assassin’s Creed come saga autonoma, e nonostante tutti i suoi difetti – oltre a quelli elencati, una certa piattezza nei personaggi – si rivela essere funzionale per quello che in realtà l’opera vuole essere. Non che i film tratti da videogame debbano essere semplificati per esser goduti dai fan, ma Assassin’s Creed certamente riesce a trovare un territorio comune in cui poter far leva sui fan e non solo, reggendosi molto sull’oggettistica (le lame degli assassini) fino alle pose che essi stessi assumono, elementi fascinatori e plastici che più di tutti guadagnano grazie al live action.
Assassin’s Creed [id., USA 2016] REGIA Justin Kurzel.
CAST Michael Fassbender, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Charlotte Rampling.
SCENEGGIATURA Bill Collage, Adam Cooper, Michael Lesslie. FOTOGRAFIA Adam Arkapaw. MUSICHE Jed Kurzel.
Azione/Fantascienza, durata 115 minuti.