Dont’ dream it, be it
Da oltre trent’anni Antonio Sancassani gestisce il cinema Mexico, uno degli ultimi monosala milanesi rimasti aperte, guidato dalla profonda convinzione che l’indipendenza sia l’unica condizione necessaria per portare avanti un’idea di cinema forte e coerente, fuori dalle logiche della distribuzione.
Le cose accadono se si vuole farle accadere, potremmo aggiungere sul finale di Mexico! Un cinema alla riscossa, documentario di Michele Rho, già autore di un esperimento di genere unico in Italia: Cavalli (2011). Cosa significa? Sul finire degli anni ’70 Sancassani si mette in tasca la patata bollente che porta il nome di uno dei cinema non ancora chiusi o riconvertiti alla “luce rossa”: il Savona. Sono gli anni centrali della New Hollywood nei quali emerge un filone nuovo, per certi versi simile al musical classico ma, a differenza di quest’ultimo, radicato principalmente dentro la cultura giovanile: il film musicale. Il rock è il genere d’elezione e, tra le tante opere del periodo, il The Rocky Horror Picture Show è sicuramente quello più dirompente. In Italia in pochi sanno cosa sia (il film ma anche il filone) e così Sancassani, dopo aver cambiato nome alla sala, decide di farlo accadere – o capitare, come direbbe Machete – affiancando, dopo poco, alla proiezione anche uno spettacolo dal vivo. La cosa funziona al punto che il Mexico diventa la “casa” del Rocky Horror e la Fox permette al gestore di stampare una copia in pellicola e in Dolby che viene rigorosamente proiettata ogni venerdì da novembre a giugno e mai smontata dalla macchina. Fino a qui la storia, divenuta leggenda, ma la realtà raccontata da Rho, che potrebbe essere usata a mo’ di manuale istruttivo per i gestori indipendenti del futuro, parla una lingua molto più complessa. Si tratta di capire, in fondo, i cambiamenti e le dinamiche del cinema negli anni Duemila attraverso questa case history; delle sale oggi riconvertite in ristoranti o negozi di abbigliamento che non causano solo uno slittamento culturale verso altri bisogni ma soprattutto sociale, condannando il centro a diventare un deserto all’abbassarsi delle saracinesche; della necessità imprescindibile di curare qualcosa fino a diventare quella cosa, legando la propria vita alla sopravvivenza della sala e viceversa. E, infine, della presenza di un pubblico borghese, l’unico in grado di (ri)attivare un luogo culturale, mentre in Francia tutti vanno al cinema semplicemente perché “il est cool”.
Mexico! Un cinema alla riscossa [Italia 2016] REGIA Michele Rho.
SOGGETTO Michele Rho. FOTOGRAFIA Marco Rossi. MUSICHE Dario Moroldo.
Documentario, durata 90 minuti.