A Real Need for Speed
Need for Speed è una lunga saga di videogiochi che da metà anni Novanta ha dato vita a differenti incarnazioni: dalla simulazione si è passati a corse sempre più arcade, soprattutto da Underground in poi (realizzato sull’onda del successo di Fast & Furious, giusto per vedere la doppia relazione cinematografica che la seria ha).
La pellicola tratta da questa serie ha quale maggior pregio quello di voler racchiudere le differenti incarnazioni della serie adagiando la narrazione e la costruzione scenica delle differenti gare sui “pallini” della serie. Le corse contro la polizia infatti richiamano felicemente Hot Pursuit, come allo stesso modo gli incidenti cercano di rendere giustizia al gusto di disfacimento automobilistico che caratterizza gli sviluppatori di Criterion
(casa di realizzazione di Burnout che da qualche anno si occupa sempre più assiduamente di Need for Speed). L’enfasi alla libertà di corsa nella pellicola, cioè l’assenza di un percorso definito, viene riproposto qui e già era il cavallo di battaglia in Most Wanted, mentre la corsa da costa a costa – spina dorsale del racconto filmico – ostacolato da altri piloti rimanda all’obiettivo di The Run; allo stesso modo la centralità data alla Mustang diviene eco prediletto del vero feticcio della serie videoludica. Ciò però su cui fallisce il film è proprio il senso e la necessità di velocità che è punto centrale fin dal titolo; vendetta, rivalità, amore e giustizia sono le motivazioni che spingono il protagonista Tobey a infrangere ogni tipo di codice stradale e legislativo; queste però sono, per la loro esilità, dei semplici riempitivi nonostante abbiano l’intenzione di dare spessore ai personaggi. La rivalità tra il protagonista e il divo automobilistico Dino, che gli ha rubato la ragazza e ucciso durante una corsa il migliore amico (incastrandolo pure), non fanno altro che appesantire retoricamente ogni sequenza di corsa, nonostante l’intento di dare un doppio significato e una motivazione “altra” ai personaggi che non sia la sola l’adrenalina. Ma è proprio questo il problema: tutto avrebbe avuto forse un senso maggiore se a comandare fossero stati gli istinti dei personaggi, spinti nella necessità di trovare nuovi stimoli alla loro esaltazione su quattro ruote, e questo si ripercuote per forza di cose sulla potenza delle sequenze automobilistiche. Le corse, seppur realizzate con il giusto senso dello spettacolo visivo, perdono d’intensità a livello musicale – spesso soppresso dal rombo dei motori, punto su cui invece la saga di videogame mai aveva rinunciato. Se Need for Speed fosse stato più se stesso, ovvero meno giustificato e più semplicemente film puramente automobilistico, forse sarebbe stato in grado anche di vivere a sé, senza doversi per forza sorreggere sul solo successo della saga videoludica.
Need for speed [id., USA 2014] REGIA Scott Waugh.
CAST Aaron Paul, Dominic Cooper, Imogen Poots, Kid Cudì.
SCENEGGIATURA John Gatins, George Gatins. FOTOGRAFIA Shane Hurlbut. MUSICHE Nathan Furst.
Azione, durata 124 minuti.