Con garbo e senza cattiveria
Riccardo Rossi, protagonista un po’ di secondo piano quanto da 30 anni costantemente presente nel mondo dello spettacolo e della comicità italiana, esordisce alla regia con La prima volta (di mia figlia), commedia esile e gentile, un po’ all’acqua di rose anche se non del tutto priva di spunti d’interesse, che ogni tanto fanno capolino nella medietà del contesto.
Lo stesso Rossi è il protagonista: un medico apprensivo, ansioso, non particolarmente brillante e pignolo fino ai limiti della nevrosi, il quale compie l’errore di molti padri nei confronti di figli e figlie adolescenti: leggere il loro diario. Così viene a scoprire che l’adorata figlia quindicenne ha intenzione di perdere la verginità, evento che vuole assolutamente evitare e combattere. Organizza così una cena, con una coppia di fidati amici, col fine di convincere la figlia a desistere e ad aspettare: la trappola però non funziona, almeno per quanto riguarda l’obiettivo principale, anche se si rivelerà comunque occasione per fare il punto su se stessi e sui rapporti che legano gli avventori di quella tavolata. Rossi, per il suo esordio alla regia, sembra guardare più ad un certo tipo di commedie transalpine che alle commedie nostrane più tipiche degli ultimi anni: il tono quindi è lieve, estremamente garbato, intimista e un po’ “borghese”. Vengono rappresentate le difficoltà di comprensione tra generazioni diverse così come le paranoie e i timori tipici di un genitore con figli adolescenti. Il profilo basso scelto dalla sceneggiatura, che esplicita le cosiddette “quattro mura” con le quali è stato definito un certo tipo di cinema italiano chiudendo tre quarti della narrazione nei confini della tavolata e del bistrot alla moda, è combattuto dal tentativo, in parte riuscito, di ravvivare il tutto con una frequente scelta di inquadrature, e di scelte stilistiche, più vivaci e originali, con le quali Rossi dà l’impressione di sapere usare la macchina da presa, riuscendo anche a dare un certo ritmo al racconto. La prima volta rimane comunque troppo lieve ed esile per incidere davvero, al di là dell’immediata gradevolezza e dell’innegabile garbo, e per sfuggire alle gabbie della medietà senza nerbo; così, anche le scelte stilistiche più riuscite e meno banali, alla lunga, sembrano più che altro un modo per provare a sfuggire al destino di dimenticabile gradevolezza a cui la sceneggiatura e l’immaginario di fondo hanno condannato il film che una vera e consapevole scelta stilistica.
La prima volta (di mia figlia) [Italia 2015] REGIA Riccardo Rossi.
CAST Riccardo Rossi, Benedetta Gargari, Anna Foglietta, Stefano Fresi, Fabrizia Sacchi.
SCENEGGIATURA Chiara Barzini, Luca Infascelli, Riccardo Rossi. FOTOGRAFIA Maurizio Calvesi. MUSICHE Gabriele Roberto.
Commedia, durata 80 minuti.