Tra coccoina e cocaina
Incompresa di Asia Argento funziona soprattutto quando mette in scena, con vero gusto stracult, la volgarità romanaccia (“Ma chi cazzo è tu’ madre? Ma che sorca!”, “Porca troia, te sei rapata!”), meno quando tenta la carta dell’introspezione o nella parte finale, più melodrammatica. Ambientato nel 1984, ha un’estetica pop, di colori forti (rosso, blu, rosa) e musiche a palla, un certo gusto scenografico e qualche elemento horror, che vengono dritti dritti dai film di Argento padre, passando per La solitudine dei numeri primi.
Idem per il coro infantile durante la scena della premiazione di Aria (la protagonista di nove anni), che narrativamente equivale alla gara di judo di Incompreso, riuscito melò di Luigi Comencini, insieme a Bambi e Marcellino pane e vino tra i tre film da vietare ai bambini con maggiore capacità di identificazione ed empatia, onde evitare l’arricchimento degli psicoterapeuti. È proprio il film di Comencini che Aria guarda in tv, l’altro è Senso ’45 di Tinto Brass, interpretato dallo stesso Garko, che qui recita nel ruolo del padre della bambina, Guido Bernadotte, in uno strano cortocircuito tra realtà e finzione.
C’è un’unica soggettiva di Aria, e c’è uno sguardo in macchina, poco truffautiano, nel finale, ma abbondano ralenti e plongée, in questa dettagliata ricostruzione dell’idioletto, delle abitudini, dei rituali tipici delle ragazzine in fase di crescita. Aria e la simbiotica amica del cuore Angelica si chiamano a vicenda con lo stesso nome inventato, scelgono lo stesso taglio di capelli, si truccano insieme, giocano a “Ken stupra Barbie”. Nel bagno della scuola fumano insieme le prime sigarette, mettono il naso nelle storie d’amore altrui, vengono inseguite dagli stessi ragazzini, fanno scherzi telefonici. Finché Angelica non si accorge di essere una “bambina normale” e di preferire alla “trasgressiva” e ribelle Aria la compagnia della più conformista Maria Teresa. Aria è, così, restituita alla sua solitudine di figlia di Yvonne Casella, una musicista promiscua e volubile (la Gainsbourg, che di famiglie strane se ne intende…), che le preferisce la figlia di primo letto Donatina, e del padre, superstizioso attore di second’ordine, che invece pensa solo a viziare la figlia quindicenne Lucrezia, un’insopportabile chiattona asmatica, con un debole per il colore rosa. Quando i genitori si stufano di picchiarsi e si separano (d’altronde Yvonne si scopa finanche Max Gazzè, nel ruolo di Manuel!), l’imbronciata Aria dagli occhi tristi viene sballottata da una casa all’altra e si ritrova spesso a vagare per Roma in compagnia del suo gatto nero Dac. E proprio come il Davide di Più buio di mezzanotte, Aria finisce per rifugiarsi presso un gruppo di sbandati e per dare sfogo alle proprie tendenze autolesioniste…
Incompresa [id., Italia/Francia 2014] REGIA Asia Argento.
CAST Giulia Salerno, Charlotte Gainsbourg, Gabriel Garko, Gianmarco Tognazzi, Max Gazzè.
SCENEGGIATURA Asia Argento, Barbara Alberti. FOTOGRAFIA Nicola Pecorini. MUSICHE Asia Argento, Brian Molko, James Marlon Magas, Gilles Weinzaepflen, Justin Pearson, Luke Henshaw, Gabriel Serbian.
Drammatico, durata 103 minuti.