Autoerotismo
Senza temere di essere bollato come critichino snob e con la puzza sotto il naso, dico che Enter The Void, la nuova fatica di Gaspar Noé, è una grande masturbazione mentale e autoriale e un film pleonastico e culturalmente sterile.
Noé dopo il finto scandalo di Irréversible, ci regala un’altra opera irritante e offensiva fregandosene del fatto che i film si realizzano sopratutto per il pubblico e non solo per un proprio autocompiacimento. Dimenticandosi che, purtroppo per lui e per noi, non è annoverabile tra i registi che da un soggetto debole riescono a realizzare ottimi film, Noé ci racconta la storia di Oscar e Linda, due giovani fratelli orfani che abitano a Tokio, e che conducono una vita ai margini della società: Oscar è uno spacciatore/consumatore e Linda fa la spogliarellista, quando lui muore durante una retata il suo spirito svolazza, in tutti i sensi, sulla vita disperata della sorella rimasta sola dopo la promessa del ragazzo “non ti abbandonerò mai”…
Fin dai titoli di testa il film mira ad irritare e a sfidare la pazienza degli spettatori: musica house, scritte che cambiano colore e velocità di immagini che forse, se analizzata da dei medici, potrebbe essere causa di epilessie. Voli pindarici, soggettive che creano il voltastomaco, cambi di luce improvvisi, ci raccontano i momenti vissuti prima e dopo la morte di Oscar, attraverso situazioni che dovrebbero rivelare un mondo borderline con i suoi protagonisti e le loro storie sporche e cattive ma che, alla lunga, appaiono soporifere e ridicole. Per quasi tre ore, Noé si masturba continuamente e provando piacere per il suo cinema pecca di autoreferenzialità e nemmeno alcune inquadrature ad effetto e a volte curiose possono migliorare il prodotto finale. C’è chi ha paragonato Enter The Void al cinema di Malick, per tematiche ed elementi registici, e a 2001: Odissea nello spazio per l’uso delle sequenze psichedeliche: il paragone sinceramente non regge, potrebbe essere un’ottima installazione di arte contemporanea ma il cinema è altro, non bastano la tecnica e la finta morale che Noé ci propina all’infinito, si può ammirare lo sforzo di distaccarsi dal cinema tradizionale ma purtroppo il tutto è reso con una confezione arida e intellettualmente offensiva. Si possono accettare le provocazioni, ma senza un fine ultimo che esuli dalla mera voglia di scandalizzare e basta, si perde un po’ la bussola e lo sbadiglio si sostituisce al turbamento. Il culmine si raggiunge nel finale, dopo turpiloqui, visioni psichedeliche, soggettive e panoramiche stranianti, arriva la soggettiva di una vagina durante un rapporto sessuale: quello che vediamo riassume la descrizione del film.
Enter the Void [id., Fra/Ger/Ita/Can 2009] REGIA Gaspar Noé.
CAST Nathaniel Brown, Paz de la Huerta, Cyril Roy, Olly Alexander.
SCENEGGIATURA Gaspar Noé,Lucile Hadžihalilović. FOTOGRAFIA Benoît Debie. MUSICHE Thomas Bangalter.
Drammatico/erotico, durata 154 minuti.