Speciale 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
FUORI CONCORSO
That’s Amore
L’amore è nell’aria: lo si respira pungente in ogni singolo momento di Love is All You Need, opera fuori concorso alla 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia firmata dalla regista danese Susanne Bier. È un sentimento da donare, da ricevere, da provare nei confronti di qualcuno ma soprattutto verso se stessi, sedotti dalla vita e dalle sue occasioni.
Ultimamente, pare gettonatissimo il tema di una seconda giovinezza che irrompe nella vita di gente matura, all’apparenza soddisfatta della vita di tutti i giorni, in realtà solo in attesa del momento giusto per esplodere e lasciarsi trasportare da nuove sensazioni, magari innamorandosi di nuovo come dei ragazzini. Così, quando Pierce Brosnan comincia ad accennare qualche passo di danza ci si sarebbe potuti aspettare che da un angolo sbucasse una Meryl Streep canterina con tanto di salopette e fiori tra i capelli. Pericolo scampato: di Mamma Mia! c’è molto, dall’ambientazione mediterranea da cartolina al matrimonio affrettato tra due giovani innamorati funzionale per sottolineare piacevolmente i veri protagonisti della vicenda. Ma tolto questo, rimane la densa storia di una protagonista e della sua rivincita nei confronti di un tumore che l’ha cambiata nel corpo e nell’anima.
La malattia non è il solito pretesto per lacrime facili e critica sociale di facciata: qui di commedia si tratta, e una commedia è quella che si srotola sotto gli occhi dello spettatore, a tratti ovvia, dalle piccole banalità di contenuto e sceneggiatura, ma con punti di forza disseminati come briciole di pane lungo tutta la pellicola. Primo fra questi la protagonista che gradualmente riacquista fiducia in se stessa, capace di rivoluzionare la sua persona, nello stupore generale di chi le sta intorno. L’Italia accoglie il suo ritorno alla vita, un mare blu cobalto la avvolge se vuole nuotare nuda, nemmeno la parrucca per nascondere la testa calva: l’introverso protagonista maschile la osserva con la scusa di preoccuparsi per la sua incolumità, innamorandosene al tempo stesso, mentre la scena si ricostruisce speculare all’ironia di Billy Wilder nel suo Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?.
Dopo la complessa tragicità tratteggiata nel precedente In un mondo migliore, la regista si affida a una storia leggera, un viaggio sereno e divertente nella terra del sole, dove il sorriso è contagioso e le preoccupazioni scivolano sulla pelle, diventate ormai impalpabili come un vestito di seta rosso.