Un festival sempre più internazionale
Dopo un’ultima serata di musica, parole e immagini, ieri in Piazza della Vittoria, si è uffcialmente conclusa una bellissima 41ª edizione del Premio Sergio Amidei che ha visto nella giornata di mercoledì l’assegnazione del Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura.
“La giuria del Premio Amidei, composta da Francesco Bruni, Silvia D’Amico, Massimo Gaudioso, Doriana Leondeff, Francesco Munzi, Giovanna Ralli e Marco Risi, ha deciso di assegnare quest’anno un premio ex aequo per la miglior sceneggiatura a due film molto diversi tra loro che hanno però comune l’amore con cui i personaggi vengono trattati.
I fratelli De Filippo di Sergio Rubini, scritto da Angelo Pasquini, Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini, per l’appassionato ritratto di artisti da “cuccioli” di tre grandi interpreti della scena teatrale del Novecento colti nell’alba delle loro vite straordinarie perché straordinariamente umane, e Scompartimento n.6 di Juho Kuosmanen, scritto da Andris Feldmanis, Livia Ulman, Rosa Liksom e Juho Kuosmanen, un road movie artico struggente e ipnotico in cui i due protagonisti, una studentessa finlandese e un minatore russo, attraverso un viaggio in treno tra lande ghiacciate approdano in un territorio caldo e magico in cui l’amore, raccontato senza nessuna retorica, permette di superare ogni barriera. Un film che nel travagliato momento storico che stiamo vivendo assume un valore quasi simbolico”.
Sergio Rubini, regista e co-sceneggiatore de I fratelli De Filippo, insieme a Angelo Pasquini (vincitore del Premio Amidei nel 1992 con Le amiche del cuore di Michele Placido) e Carla Cavalluzzi, si dimostra emozionato non solo per il Premio in sé ma anche per ciò che rappresenta: “Sergio Amidei è stato un grande sceneggiatore e ricevere un riconoscimento a suo nome è molto lusinghiero per noi. Con grande gioia e anche emozione, sono qui per ricevere questo premio in una città molto particolare”, sottolinea Rubini e racconta di quanto l’abbia colpito Gorizia, città di frontiera, luogo simbolico per il cinema, arma con cui si abbattono le barriere. Lui, Pasquini e Cavalluzzi lavorano da anni insieme e hanno messo tutta la loro energia ne I fratelli De Filippo, una storia fantastica di un’incredibile famiglia di comici in qualche modo emarginati e che poi, grazie al talento e alla tenacia, sono riusciti a ribaltare il destino. Per Carla Cavalluzzi questo Premio ha anche un valore emotivo, per questo lo dedica al padre a cui deve l’amore per il cinema. Pasquini commenta dicendo che è una grandissima emozione tornare dopo 30 anni a Gorizia e scoprire l’interessante realtà cinematografica che si sta sviluppando. Racconta poi quanto sia simile per lui lavorare per la tv e per il cinema. In molti, dice, immaginano un pubblico diverso, mentre l’approccio del gruppo di lavoro di cui fa parte è più fluido, non si pone un target e ha piuttosto lo scopo di portare un prodotto autentico ai diversi pubblici che mira a mettere al centro l’uomo in una società sempre più disumanizzata. Per Scompartimento n.6 di Juho Kuosmanen, che lavora anche alla sceneggiatura assieme a Andris Feldmanis, Livia Ulman e Rosa Liksom, c’è Giulio Bruno di Bim che porta le parole del regista presente poi con un video in cui ringrazia per questo premio così importante.
Si conclude così questa 41° edizione del Premio Sergio Amidei, con una vittoria ex aequo che fa il paio con il doppio Premio all’Opera d’Autore dato a due registi estremamente diversi, ma entrambi brillanti come Michel Hazanavicius e Asghar Farhādi. Si omaggia anche l’Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC), di cui ricorreva il 70esimo anniversario, con una tavola rotonda curata da Francesco Ranieri Martinotti, presidente dell’ANAC dal 2015, su una retrospettiva di film dei maggiori autori italiani firmatari dello Statuto, per creare un momento di confronto.
Dagli eventi speciali agli incontri dedicati all’analisi della scrittura per il cinema, dalla sezione del Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura a tutte le altre, emerge lo sguardo sempre più internazionale del festival che dimostra la volontà di proseguire il percorso che, nel 2025, porterà il binomio Nova Gorica/Gorizia a essere al centro di innumerevoli eventi legati al titolo di prima Capitale Europea della Cultura dalla peculiare natura transfrontaliera.