Attraverso il metal le ragazze fanno la rivoluzione
Musica ed emancipazione, crescita e ricerca di libertà, storia personale e di un intero paese. Sono queste le direttrici lungo cui si muovono le vite di Lilas e Shery, musiciste entrambe, amiche, unite da un sentimento profondo, una chimica inspiegabile, protagoniste di Sirens, il documentario di Rita Baghdadi, presente al Pordenone Docs Fest – Le Voci del documentario (6-10 aprile 2022).
Lilas, Shery, assieme a Maya, Alma e Tatyana sono le Slave to Sirens, prima e unica band di thrash metal in Libano. Baghadi, impegnata per i diritti delle donne, mostra una generazione che cresce all’ombra del conflitto e un Libano instabile ma che tenta di guardare al futuro, laico ma a maggioranza musulmana, più aperto ai diritti LGBTQ+ eppure regolato da leggi non al passo con i tempi.
In un seminterrato, Lilas e le altre si prendono un loro pezzo di libertà facendo “rumore”, in nome dei grandi sogni che le spingono, per protestare contro il fatto che di opportunità ne hanno poche, gridano la loro ribellione attraverso la musica metal. Baghdadi racconta l’eccezionalità della storia delle Slave to Sirens con un’opera intensa e asciutta. Il centro di tutto sono Lilas e Shery: la prima ha 23 anni, vive con la madre e il fratello minore alla periferia di Beirut, di giorno insegna musica ai bambini, di notte si esibisce con il gruppo, è attratta dalle donne ma lo nasconde; la seconda svela poco di sé, se non l’innato talento e la capacità di posizionarsi sulla stessa lunghezza d’onda delle compagne, creando assieme un unico corpo che suona all’unisono. La musica diventa mezzo per emanciparsi e autodeterminarsi, uscire dal piccolo mondo per guardare al di là dei confini (la partecipazione a uno dei maggiori festival musicali mondiali, a Glastonbury, in Gran Bretagna sembra una benedizione), per spiegare e spiegarsi, per trovare la propria voce in cui altri si possono riconoscere. Le Slave to Sirens sono una rivoluzione a volte spaventosa, incomprensibile, a tratti disturbante (gli haters le insultano, il loro genere musicale è considerato blasfemo, le loro vite sono giudicate), addirittura sbagliata (per gli altri e per loro stesse) ma unica nel suo genere.
Con uno stile diretto, sincero, personale e politico, il documentario narra la vita di queste ragazze in lotta con i pregiudizi, la società, le famiglie non sempre comprensive, e con sé stesse (Lilas affronta una crisi profonda, mostra la sua incapacità di ascoltarsi e di raccontarsi, di accettare un fallimento); un gruppo musicale in conflitto perché spesso il personale si scontra con tutto il resto; una nazione in continuo mutamento politico e sociale, in protesta.
Sirens, unendo il personale, il pubblico e la Storia, invita a urlare le proprie idee, i propri desideri e a far sentire la propria voce.