Vita imitazione dell’arte o arte imitazione della vita?
“Il Natale è come le Olimpiadi: è un patetico tentativo di volerci bene”. Questa l’opinione di Sergio Castellitto riguardo alla festa trionfo della bontà per eccellenza, protagonista dell’ultimo film di Paolo Genovese, Una famiglia perfetta. Ma di perfetto nella messa in scena da parte di una compagnia di attori, affittati dall’ombroso e solo Leone per un venticinque dicembre memorabile, c’è ben poco.
Un ruolo da svolgere, emozioni da costruire, ricordi da improvvisare. Tutto in queste ventiquattro ore sembra un gioco, non quello tradizionale della tombola, ma una sorta di sortilegio felice per scacciare la solitudine, il perno attorno a cui gira tutta la pellicola. In primis la solitudine di Leone maestosamente reso da Castellitto; la solitudine di due coniugi “impolverati”, formati da una Claudia Gerini che sorprende e da un Marco Giallini che mai delude; la solitudine di una discreta Carolina Crescentini, simbolo di un amore unilaterale; la solitudine di un’amante, luogo comune di se stessa, di una mediocre Francesca Neri; e infine la solitudine di una vecchia gloria – una formidabile Ilaria Occhini – cui nessuno concede più il suo “Eccomi, De Mille, sono pronta per il mio primo piano”. La perfezione, come si diceva poc’anzi, prevedibilmente non si fa spazio nelle scene. Genovese non si accontenta di una commedia in toto, sintomo di una natalizia minestra riscaldata: si assiste a gioie finte come a gioie vere e, allo stesso modo, si assiste a tensioni finte e a tensioni vere. Il film ne esce come una sorta di danza, in cui il primo ballerino recita impassibilmente, mentre il corpo di ballo rischia qualche tragicomico scivolone. La magia dell’opera si costruisce proprio in questa sorta di equilibrio tra arte e vita, tra commedia e dramma, tra crollo e risalita. Se quest’ultima domina la prima parte, si registra un abbassamento nella seconda, che raggiunge il finale con lo stesso tono leggermente deludente. La finzione si scontra con la realtà, che a sua volta si scontra con la finzione. In ogni caso, di tutto questo pastiche nietzschiano, paradossalmente alla rappresentazione illusoria delle feste, resta un sentimento di serenità. Forse sarà che preferiamo un Natale anticipato da un film, piuttosto che dai saldi (per i quali conosciamo la triste causa). “Questo film fa star bene”, giudica uno spettatore all’uscita della sala. Che altro c’è da aggiungere?
Una famiglia perfetta [Id., Italia 2012] REGIA Paolo Genovese.
CAST Sergio Castellitto, Carolina Crescentini, Claudia Gerini, Marco Giallini.
SCENEGGIATURA P. Genovese, Marco Alessi. FOTOGRAFIA Fabrizio Lucci. MUSICHE Emanuele Bossi.
Commedia, durata 120 minuti.