16° Far East Film Festival, 25 aprile – 3 maggio 2014, Udine
Essere Johnnie To (“Sopravvivere, essenzialmente”)
Mitizzato autore di noir contemporanei, illuminato fondatore (nel 1996) della casa di produzione Milkyway Image, Presidente per le Arti Visive della Fresh Wave e ospite fisso nei principali eventi cinefili in Occidente: chi è Johnnie To? Il documentario Boundless di Ferris Lin si avvicina molto all’anima del prolifico regista hongkongese (nel 2013, 59 anni e 52 film all’attivo), mostrando l’artigiano al lavoro nel suo habitat: il set.
Ci sono le clip dei film e i dietro le quinte, ma ciò che ci affascina più di ogni altra cosa sono la vena politica del cineasta e i suoi sentimenti per Hong Kong, città antica sorretta da antiche architetture dal futuro nebuloso. Non si può analizzare la carriera di To senza legarla a doppio filo al fatidico handover, ovvero al momento in cui nel 1997 Hong Kong cessò di essere colonia inglese e rientrò nella sfera di controllo della Cina, secondo il principio “una nazione, due sistemi” che sarà valido fino al 2046 (caro Wong Kar-wai, ora ti capiamo meglio). Un passaggio epocale che riguarda la cultura, la società e naturalmente il sistema delle Arti, cinema in primis. L’industria cinematografica di Hong Kong è sempre stata un fiore all’occhiello asiatico (tanto da essere definita la Hollywood d’Oriente, forzando un po’ la mano), di cui sul finire degli anni ’90 la critica sanciva l’inizio di una crisi irreversibile. Nell’occhio del ciclone, Johnnie To ha intrapreso una scelta ostinata e contraria rispetto a molti suoi colleghi: mentre Tsui Hark, John Woo, Ringo Lam e Ronny Yu si trasferiscono in America in cerca di fortuna e libertà creativa, To non abbandona l’ex-colonia al suo destino. Anzi, raddoppia gli sforzi e investe sulla sua città. Dal 1997 l’obiettivo diventa “sopravvivere, essenzialmente”, portare a termine un progetto dopo l’altro secondo le parole d’ordine – pronunciate da To stesso nel corso delle varie interviste di Boundless – determinazione e professionalità. Solo così si potrà consegnare alle generazioni di nuovi registi una base su cui lavorare (l’eterno dilemma: “Come possono i giovani creare un proprio mondo cinematografico?”). Mentre scorrono le immagini di The Mission, PTU, Breaking News, Exiled (sorta di esercizio d’improvvisazione sviluppatosi senza uno script), Drug War e di almeno un’altra decina di titoli, il To-pensiero prende sempre più forma e contenuto: la rinascita a lungo termine di Hong Kong non dipende da co-produzioni con il gigantesco vicino. Per restituire al cinema ciò che abbiamo ottenuto dal cinema occorre lanciarsi senza paracadute, per trarne nuova autonomia e nuova ispirazione. Una ricetta rischiosa ma necessaria, perché è solo auto-determinandosi che Hong Kong potrà continuare ad essere in tutto il continente la sola alternativa al cinema controllato di Pechino.
Boundless [Mou Ngai: To Kei-fung Dik Dihn Ying Sai Gaai, Hong Kong 2013] REGIA Ferris Lin.
CAST (INTERVISTE) Johnnie To, Jia Zhang-ke, Wai Ka-fai, Andy Lau, Louis Koo.
SOGGETTO Ferris Lin. FOTOGRAFIA Xu Ke. MUSICHE Zhao Lijie, Yang Bingyin, Yan Qing, Chow Yiu-cho.
Documentario, durata 95 minuti.