FMK International Short Film Festival, XI edizione, 15-19 luglio 2014, Pordenone
Storie di tutti i giorni…
Giunto alla sua XI edizione, FMK Festival di Pordenone ha deciso di condensare la durata in cinque giorni, abbandonando la cadenza settimanale, ma mantenendo le linee guida che da sempre lo hanno contraddistinto.
Anche quest’anno la selezione di cortometraggi internazionali ha visto la presenza di una delle sue punte di diamante: la sezione dedicata all’horror che ha tastato il polso del genere, regalando una panoramica variegata e speciale. Le contraddizioni e i rapporti estremi del genere umano, il gotico, le commistioni tra realtà e immaginazione, sono stati i punti fermi di una competizione che ha saputo stuzzicare l’attesa e la curiosità del pubblico. La Spagna l’ha fatta da padrona sia per quanto riguarda il gusto del pubblico che il verdetto della giuria capitanata da Lorenzo Bianchini: La otra cena di Albert Blanc premio del pubblico e menzione speciale della giuria, insieme a Timothy di Marc Martinez.
Questi premi rappresentano in primis il buon stato di salute del cinema di genere spagnolo, capace ancora di regalare uno sguardo originale e anche politico, con la potenzialità di essere una vetrina dei nostri tempi. Sul versante nostrano Liscivia di Francesco Niccolai ha rielaborato nel quotidiano i rituali magici e le figure a loro legati, materia imprescindibile, spesso, quando si parla di cinema horror/ thriller italiano, soprattutto del passato, con una regia impeccabile e perturbante da tener d’occhio. Vincitore della sezione Goldfield, dell’australiano Alan King, che ha giocato con il concetto di avidità che da sempre contraddistingue l’uomo, provando che la tensione e la suspense possono essere provocati anche dalle situazioni più comuni, snaturate però dalla nostra mente ingannatrice. Il filo conduttore che balza subito all’occhio è che in tutti i cortometraggi presentati l’orrore e “il mostro” sono generati dall’azione umana, nell’immaginario quasi catastrofico in cui siamo ormai sprofondati. Dimentichiamo carità e dignità. la paura è dettata dagli errori commessi sia con i nostri simili che con la natura e il ritorno alla normalità sembra un’utopia. Le opere viste al Festival ci rincuorano sul futuro del genere, soprattutto perché si torna a sperimentare con e sulla pura cattiveria e violenza senza per forza di cose deviare allo splatter, mantenendo un orrore realmente quotidiano. I cortometraggi citati sono visibili anche on-line e sono caldamente consigliati. La missione di FMK Festival è stata vinta anche questa volta, e la sua giovane età non può che farci sperare in un futuro roseo da pedinare.