Festival Internazionale del Film di Roma, 16-25 ottobre 2014
La vita, purtroppo, è anche questo
Tutta la potenza di Still Alice potrebbe essere racchiusa in una frase che la stessa protagonista pronuncia: “avrei preferito esser malata di cancro”. Un’affermazione forte, dura, ma che evidenzia tutta la drammaticità della storia.
Alice Howland (Julianne Moore), donna cinquantenne, ha tutto: una cattedra di linguistica alla Columbia University, un marito devoto e tre adorabili figli. Dopo alcuni vuoti di memoria, riceve l’amara sentenza: ha una forma precoce di Alzheimer. Il film è stato presentato nella sezione “Gala” della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma ed è tratto dall’omonimo romanzo di Lisa Genova. Non è mai facile fare un film sulla malattia e sulle conseguenze che devono patire il malato e la famiglia, ma Richard Glatzer e Wash Westmoreland riescono nell’impresa. Tutta la sensibilità è racchiusa in una regia che non lascia spazio all’immaginazione, ma che ci conduce, passo dopo passo, nei meandri della fragilità della mente umana e del suo decadimento cognitivo. Il film ruota intorno al personaggio di Alice, ai suoi stati d’animo, alla sua paura e al suo coraggio: la malattia è vista attraverso la sua soggettività. Fondamentale è stato, purtroppo, il fatto che Glatzer si sia ammalato di SLA proprio a ridosso del film, e quindi, oltre a tramutare in immagini le parole della Genova, sia riuscito a trasmettere con sensibilità ed esperienza – anche se si tratta di due malattie completamente diverse – il punto di vista di Alice. Lo spettatore deve immedesimarsi e provare lo stato di smarrimento e di vuoto della sua protagonista, deve percepire come vive realmente Alice. E i due registi riescono perfettamente in quello che si sono prefissati, supportati anche da una Julianne Moore in stato di grazia e in odore di Oscar. La sua interpretazione è toccante, vulnerabile, semplice e riesce perfettamente ad esprimere il lento deterioramento del personaggio. Al suo fianco Kristen Stewart e Alec Baldwin nel difficile compito di comprendere e supportare una malata di Alzheimer. La famiglia e l’amore sono le sole cose che danno un motivo in più per lottare per la vita e per la propria identità, ma è nel momento davvero cruciale, quello dove è più facile voltare le spalle, che si capisce veramente chi si ha al proprio fianco. E la fine della storia è proprio così, potente e inattesa da non ammettere repliche, ma che fa di Still Alice un film veritiero, forte, che conquista e arriva dritto al cuore. Lacrime permettendo.
Still Alice [Id., USA 2014] REGIA Richard Glatzer, Wash Westmoreland.
CAST Julianne Moore, Kristen Stewart, Alec Baldwin, Kate Bosworth, Hunter Parrish.
SCENEGGIATURA Richard Glatzer, Wash Westmoreland. FOTOGRAFIA Denis Lenoir. MUSICHE Ilan Eshkeri.
Drammatico, durata 99 minuti.