Far East Film Festival 17, 23 aprile – 2 maggio 2015, Udine
Dove l’Est incontra l’Ovest
Partenza a razzo per la 17a edizione del Far East Film Festival di Udine, inaugurata dal concerto di Joe Hisashi – poliedrico artista che tanto per dirne una ha firmato la quasi totalità delle colonne sonore dello Studio Ghibli – e proseguito con l’incontro fra Jackie Chan e la platea cosmopolita che è il cuore pulsante e curioso di questo festival sulla cinematografia asiatica.
Anno dopo anno, e dopo aver subito un taglio-dopo-taglio, la manifestazione ha consolidato globalmente la propria reputazione di contenitore di qualità per cogliere uno spaccato di un universo cinematografico che nell’immaginario comune è ancora troppo legato a film in costume e duetti di arti marziali. Dal Giappone alla Thailandia, dalle Filippine alla Cina, con puntate ad Hong Kong e in Corea, sfilano attori e registi di generazioni vecchie e nuove. Le sfide non hanno mai spaventato il FEFF, capace di scegliere un ventaglio ampissimo di generi che proiettano per una settimana gli spettatori ben oltre la Via della Seta e dove davvero si può vedere il dramma, la commedia, il kitsch, l’opera d’essai e il blockbuster. Un guanto di sfida lanciato verso una cinematografia occidentale che è stata costretta ad accorgersi di non avere il monopolio sulla Settima Arte, quando film come Departures si sono imposti all’attenzione generale. Siamo però anche dinnanzi ad un’occasione per riproporre opere che, per sfortuna o concatenazioni di eventi avversi, non hanno avuto il riscontro meritato. Si veda il caso di How to Use Guys with Secret Tips, acclamato vincitore della 15a edizione della manifestazione dopo una tiepida accoglienza in patria. Quindi l’aspettativa è alta, per un festival che deve riconfermare la sua capacità di assemblare e mostrare i casi più curiosi e/o interessanti dell’enorme moltitudine di film usciti in Asia, destreggiandosi tra generi e sotto-generi. Casi che aprono uno spaccato su vite che possono sembrare venute da altri pianeti, di regole e tradizioni affascinanti perché esotiche, di vicende lontane a noi geograficamente, ma riconoscibili in quanto cantastorie di eventi (e sentimenti) universali.
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