XII FMK – International Short Film Festival, 14-17 luglio 2015, Pordenone
Nuove frontiere dell’animazione
La sezione del XII FMK International Short Film Festival dedicata ai cortometraggi d’animazione è all’insegna delle sperimentazioni e di approcci inediti, o poco diffusi, di concepire le potenzialità narrative, oltre che stilistiche, dell’animazione.
I sette cortometraggi selezionati sfuggono, chi più chi meno, ai canoni e alle categorizzazioni consuete, spesso prediligendo l’approfondimento e la metafora più vasta al coinvolgimento emotivo e alla ricerca della “magia” tipica del genere – o meglio, arrivando ai secondi per mezzo dei primi, in un approccio che è di cervello prima che “di pancia”. Ne sono esempio i due film di produzione tedesca: Alienation di Laura Lehmus e Bear di Flörks Pascal. Il primo è dedicato ai problemi tipici dell’adolescenza, dal considerarsi bruttine ai difficili rapporti con i genitori, e gli adolescenti intervistati vengono trasfigurati in creature il cui elemento fantasioso è basato proprio sulle problematiche raccontate. Una sorta di vivace e ironico documentario animato sull’adolescenza. Il secondo è più tragico e amaro, oltre che molto potente: Bear è una sorta di rielaborazione della recente storia tedesca, metabolizzata da un giovane, la cui voce off racconta la vita del nonno, rappresentato come un orso sullo sfondo di diapositive e fotografie. Si vira sul grottesco e sull’umorismo cinico e sardonico con il brasiliano Edifìcio Tatuapé Mahal di Carolina Markowicz e Fernanda Salloum, esaltazione dell’animazione in plastilina: amarissima e divertente storia di un “modellino in plastica per plastici immobiliari”, la cui esistenza ha le stesse problematiche e gli stessi squallori dei suoi corrispettivi umani. La plastilina è la tecnica usata anche in Warm Snow (coproduzione tra Germania e Israele) di Ira Elshansky, fredda e straniante elegia del rapporto padre-figlio che muta nel tempo e della potenza malinconica del ricordo. La rielaborazione e il racconto del passato sono l’essenza anche del britannico Mend and Make Do di Bexie Bush, in cui gli oggetti, gli ambienti, i vestiti e le ombre sono gli strumenti scelti per raccontare un’intera esistenza. I giochi di colore tra tonalità bianche e tonalità nere caratterizzano invece il grottesco spagnolo Don Miguel, una sorta di ironico epigramma sulla crisi economica, che nelle atmosfere rimanda a Sin City. L’opera, in un certo senso, più tradizionale nell’utilizzo della computer grafica, è anche quella più divertente: Dji. Death Sails del moldavo Dmitri Voloshin, spassoso racconto della lotta tra la morte e un pirata naufrago che non ha la minima intenzione di abbandonare il tesoro conquistato, la vita e l’alcool. La qualità dei corti selezionati è alta e, come accennato, il filo conduttore è quello di sperimentare e diffondere nuovi utilizzi dell’animazione: obiettivo raggiunto.
Alienation [id., Germania 2014] REGIA Laura Lehmus.
Animazione, durata 6 minuti.
Bear [Bär, Germania 2014] REGIA Flörks Pascal.
Animazione, durata 8 minuti.
Dji. Death Sails [id., Moldavia 2014] REGIA Dmitri Voloshin.
Animazione, durata 5 minuti.
Don Miguel [id., Spagna 2014] REGIA Kote Camacho.
Animazione, durata 6 minuti.
Edifício Tatuapé Mahal [id., Brasile 2014] REGIA Carolina Markowicz e Fernanda Salloum.
Aimazione, durata 10 minuti.
Mend and Make Do [id., Gran Bretagna 2014] REGIA Bexie Bush.
Animazione, durata 9 minuti.
Warm Snow [id., Germania/Israele 2015] REGIA Ira Elshansky.
Animazione, durata 5 minuti.