An ant’s life
Coinvolte in sede di sceneggiatura una serie di personalità di tutto rispetto, in particolare per quanto riguarda la riformulazione dei generi attraverso la commedia, cioè Paul Rudd (poi anche protagonista del film), Adam McKay, Joe Cornish e Edgar Wright (che sarebbe dovuto inizialmente essere regista), Ant-Man rappresenta il progetto della Marvel Cinematic Universe che più di tutti si avvicina a una certa comicità buffa di chi nella vita non è mai stato abituato a ricevere nulla.
Supereroe Marvel decisamente meno conosciuto dei vari Iron Man e Thor, sopperisce a questo handicap con una “assenza di ego” che più propriamente fa di Ant-Man una storia di riscatto. Prevedibile, certo, ma che sostanzialmente cambia la percezione, se confrontato agli altri supereroi Marvel usciti al cinema, Scott Lang è l’unico della compagnia a ricevere il proprio superpotere (la tuta che lo fa rimpicciolire e tornare normale in un battito di ciglia) e istruito sul come utilizzarlo, quasi fosse un atto testamentario, dallo scienziato Hank Pym. Come Hulk vive una condizione di reietto della società, Scott è un ex carcerato, il suo ego è opposto a quello di Capitan America e Tony Stark perché consapevole di essere sacrificabile. Una specie di rivoluzione copernicana all’interno della pompatissima concentrazione di Super-io del gruppo degli Avengers, ma del resto Ant-Man fin dal nome vive una sorta di buffa sottovalutazione di se stesso − pensate solo alla differenza che c’è con Yellowjacket, il nome originale del nemico che il protagonista deve fronteggiare per salvare il mondo, nome molto più fico e badass rispetto a un tizio chiamato “formica”. Così Ant-Man gioca costantemente con ironia attraverso questi elementi, un continuo contraltare tra gli inganni delle apparenze, una comicità diversa dal sarcasmo di Iron Man, per intenderci, e in un certo senso quasi goliardica, di chi non si prende mai sul serio. Anche questo fa di Ant-Man la pellicola più giocattolosa della Marvel, quella che, per forza di cose, più si avvicina all’animazione, quasi fosse un misto tra Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi e A Bug’s Life. Ant-Man dietro l’apparenza del classico film Marvel, e più in generale della solita struttura narrativa del comic movie, riesce a trovare una propria personalissima strada a contraddistinguerlo. E questo forse è il miglior complimento che gli si possa fare.
Ant-Man [id., USA 2015] REGIA Peyton Reed.
CAST Paul Rudd, Micheal Douglas, Evangeline Lilly, Corey Stoll.
SCENEGGIATURA Paul Rudd, Edgar Wright, Joe Cornish, Adam McKay. FOTOGRAFIA Russel Carpenter. MUSICHE Marco Beltrami.
Fantascienza, durata 117 minuti.