3° Cervignano Film Festival, 23-27 settembre 2015, Cervignano del Friuli
Il racconto delle donne
Due giovani donne camminano per le strade di Teheran cercando un posto dove nascondere una neonata: questa è la trama dell’asciutto e misurato La bambina, il cortometraggio diretto da Ali Asgari presentato al Cervignano Film Festival, alla sua terza edizione.
Il giovane cineasta iraniano, oramai da molti anni in Italia, è solito raccontare il dramma di donne che vogliono autodeterminarsi ed essere indipendenti, pronte, almeno in apparenza, a rompere legami con la tradizione o a svincolarsi da essa; ovviamente lo strappo è complicato e non totalmente compiuto. Asgari sviscera questa esigenza sottolineando fragilità e lacune del quotidiano di personaggi femminili, per lo più giovani – espressione del nuovo che urge −, in balia di una società immobile, incapace di adattarsi ai tempi e ai suoi cittadini – è quasi blasfemo. Se il regista in Barbie accompagna una bambina, desiderosa di avere lo zaino della sua eroina occidentale, in More Than Two Hours (in concorso lo scorso anno) segue l’odissea di una donna alla ricerca di un ospedale per bloccare la sua emorragia, qui in La bambina pedina Narges con in braccio sua figlia, costretta a mentire per non turbare i suoi genitori. L’intolleranza verso il velo che nasconde i capelli, l’emorragia testimonianza dell’amplesso avvenuto – nonostante lei e il compagno non siano sposati –, la bambina, dolce segreto di molte cose taciute, sono materia che arde sotto il rigore di una regia che punta all’essenziale. Stupisce lo sguardo di Asgari che, grazie anche alla sceneggiatrice Farnoosh Samadi, capisce profondamente e interpreta rughe sulla fronte e lacrime delle sue protagoniste, donne che guardano al nuovo, che sono decise ad impossessarsene ma non fino in fondo. L’autore segue la notte di Narges con la sorpresa del passante che guarda ciò che accade, come se anch’egli camminasse lungo quelle strade, fosse seduto accanto alla ragazza e osservasse per un attimo la sua storia. Si astiene dal giudizio, dando voce ai silenzi, agli sguardi, ai gesti e alle paure più profonde di qualcuno che sa di aver sbagliato per i propri genitori, per la morale comune, ma non per se stesso. Dall’intransigenza di una tradizione che ingabbia e incatena e da ogni sequenza fuoriesce il dramma personale e sociale della donna che sbatte contro muri, palizzate alte e difficili da valicare, trovandosi spesso “in pericolo”. Sia essa una donna, sola nel suo dramma di coppia, ma soprattutto di individuo, disperata in una rassegnata impotenza, o sia essa Narges, amorosa madre che piange perché è costretta a vergognarsi della figlia che ha avuto, il cineasta tocca l’emotività femminile con rispetto e delicatezza. Ali Asgari con La bambina, sulla scia del cinema di Panahi, Farhadi e Kiarostami indaga la voglia di andare avanti, di lottare, di aprirsi al mondo immergendo i suoi personaggi non nelle campagne dei suoi maestri, ma nelle strade di Teheran che conosce e ama.
La Bambina [Bache, Iran/Italia 2014] REGIA Ali Asgari.
CAST Sahar Satoodeh, Faezeh Bakhtiar, Safoora Kazempour.
SCENEGGIATURA Ali Asgari, Farnoosh Samadi. FOTOGRAFIA Iman Tahsin. MUSICHE Vahid Tahsin.
Drammatico, durata 15 minuti.