15° Science+Fiction – Festival della Fantascienza, 3 – 8 novembre 2015, Trieste
Come si cambia, per non morire
È bene sgombrare subito il campo dal fraintendimento che accompagna Goodnight Mommy – titolo internazionale di Ich seh, Ich seh, letteralmente “io vedo, io vedo” – fin dalle prime proiezioni alla 71a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: l’esordio alla regia di Veronika Franz (moglie di Ulrich Seidl, che produce) e Severin Fiala non contiene alcun colpo di scena finale.
Nella maggior parte delle recensioni e delle analisi reperibili on line non si parla d’altro: di un film ben congegnato e strutturato, ma che cede sul finale rientrando nei canoni della prevedibilità. Non è così, per il semplice motivo che il presunto twist – che ovviamente eviteremo di descrivere, per non cadere nel più bieco degli spoiler – viene esplicitato fin dal primo dialogo, dal primo contatto fra la giovane madre senza nome e i suoi due figli gemelli Elias e Lukas. Sembra una questione di lana caprina, ma è il fondamento su cui si basa tutta la struttura di questo imprevisto e sorprendente thriller austriaco, oggetto alieno e destabilizzante che costruisce una sapiente sceneggiatura ad incastri e che pur giocando con tutti gli stilemi orrorifici che mandiamo a memoria non ne possiede (per fortuna) le derive di genere. C’è una donna sfigurata, privata della sua identità a causa di una plastica facciale; ci sono due fratellini identici e spettrali, che vivono in simbiosi quasi completando l’uno le frasi dell’altro; c’è una villa isolata dal mondo, geometrica e silenziosa. Il disinteresse per lo spavento fine a se stesso e per la violenza sanguinaria è pressoché totale, non sono questi gli elementi portanti di un’operazione al contrario fondata sull’attesa e le ellissi (spaziali e temporali), su di una malvagità elegante e provocatoria che cresce col passare dei minuti. La sotterranea e subdola oggettività di Goodnight Mommy confonde e disorienta lo spettatore, elidendo qualunque distinzione fra “buoni” e “cattivi” e non concedendo appigli se non quelli legati al dubbio: è davvero la madre dopo aver cambiato i connotati a non essere più se stessa o sono i ragazzini ad essere precipitati nella follia paranoide? Possiamo scegliere da che parte stare, ma servirebbe a ben poco: nella spirale infernale in cui piomba il trio protagonista l’essenziale è invisibile agli occhi, sarcasticamente e sadicamente nascosto fra le pieghe di indizi utili solo ad alimentare a dismisura l’inquietudine di chi guarda. Dopo la partenza in sordina alla Biennale 2014, il lavoro di Franz e Fiala si sta prendendo le giuste e inevitabili rivincite, dal Méliès d’Or ottenuto al Science+Fiction (pur non essendo neanche alla lontana un’opera di fantascienza, ma questo è un altro discorso) fino alla corsa all’Oscar come Migliore Film Straniero. Una corsa che – questo sì che sarebbe un colpo di scena – potrebbe proseguire a lungo.
Goodnight Mommy [Ich seh, Ich seh, Austria 2014] REGIA Veronika Franz, Severin Fiala.
CAST Susanne Wuest, Lukas Schwarz, Elias Schwarz, Elfriede Schatz.
SCENEGGIATURA Veronika Franz, Severin Fiala. FOTOGRAFIA Martin Gschlacht. MUSICHE Olga Neuwirth.
Thriller/Horror, durata 99 minuti.