18° Far East Film Festival, 22 – 30 aprile 2016, Udine
Un frullatone di tedio
C’è una curiosa tendenza nel cinema coreano contemporaneo che è quella di mescolare i generi, tanti, troppi: a volte funziona (I Saw the Devil), a volte il risultato sembra un mostro di Frankenstein focomelico.
Anche se l’alone gotico fa da padrone per tutta la durata di The Silenced, inizialmente ci troviamo di fronte a un dramma giovanile: il duro inserimento della nuova arrivata – ammalata e in fase di recupero – in un collegio femminile di bastardelle, la solitudine, il bullismo, le botte, l’amicizia. C’è qualcosa di strano, l’atmosfera è da subito inquieta, la tensione è palpabile ed ecco che dopo mezz’ora, forse quaranta minuti, compaiono le prime visioni spettrali. Ora la direzione è quella della più classica storia di fantasmi, con tanto di apparizioni e possessioni. La mattanza delle ragazze non tarda ad arrivare, spariscono una dopo l’altra come se nulla fosse. La protagonista indaga ma la risposta che le viene data è sempre la stessa, “la tua compagna è stata trasferita”. Così come sono comparsi, gli spiriti svaniscono in una viscida e gelatinosa melma di ectoplasma, per lasciare spazio alla soluzione delle soluzioni: “è tutto un esperimento”. Se la regia potesse essere così gentile da inviare i video istruttivi ed esplicativi. Eccoli là, immancabili. Ma i generi visitati fino ad ora sembravano pochi, abbiamo un sacco di idee, meglio infilarcele tutte e a forza. Si scopre con grande stupore che la scuola è in realtà vicina alla mai vista base militare. Breve digressione storica: l’anno in cui The Silenced è ambientato è il 1938 e la Corea è una colonia dell’impero Giapponese. Fanno ora capolino i soldati nipponici, uno più stronzo dell’altro, usati come scusa per aumentare il senso di oppressione generale. E così, in un turbine di follia, l’entropia aumenta a tal punto da far impazzire il fisico più scafato e il film si trasforma negli ultimi quindici minuti di Carrie – Lo sguardo di Satana. Ops, spoiler. Non che sia questa grande rivelazione, viene svelato tutto, sempre e troppo presto. Non ci sono indizi, ma solo spiegazioni un po’ raffazzonate. Cade il mistero, non c’è tensione e l’interesse è relativo. Tu, spettatore comodamente seduto in poltrona, non sei idiota e dopo che ti hanno già anticipatamente svelato ogni cosa, un’idea sul finale te la sei anche fatta. L’apparato tecnico e attoriale è eccelso, ma lo sforzo viene vanificato alla base da una scrittura spesso didascalica e molto poco intelligente. Un horror che si nasconde dietro alla gonna della mamma, non osa, non tenta, non si spinge oltre ai classici canoni vecchi quasi quanto il genere stesso.
The Silenced [Gyeongseong Hakgyo: Sarajin Sonyeodeul, Corea del Sud 2015] REGIA Lee Hae-young.
CAST Park Bo-young, Uhm Ji-won, Park So-dam, Ko Won-hee.
SCENEGGIATURA Lee Hae-young. FOTOGRAFIA Kim Il-yeon. MUSICHE Dalparan.
Thriller, durata 99 minuti.