Il conflitto nella mente
Se Kubrick fosse ancora vivo, avrebbe impedito la proiezione del suo esordio nelle sale cinematografiche, a distanza di anni e dopo un lungo oblio, dovuto alla mancanza del negativo originale. Si sa che Stanley era decisamente insoddisfatto di Paura e desiderio. Il film, girato a basso budget, era ben lontano dagli ideali perfezionistici di Kubrick. A guardarlo oggi, però, pur non essendo all’altezza dei lavori successivi, è un esordio non privo di interesse.
Fotografato, prodotto e montato da Kubrick stesso, che ne curò anche il suono, Paura e desiderio si caratterizza già, in parte, per la cura dell’immagine e la potenza visiva, nei limiti dei mezzi che il regista aveva a disposizione. È facile riconoscere nei numerosi, efficaci primi piani dei protagonisti e nella rappresentazione della morte la capacità del Kubrick fotografo per la rivista Look di cogliere, con straordinario intuito, gli aspetti più contraddittori della realtà. Il modo in cui le inquadrature del film si soffermano sui corpi dei cadaveri sembrano rimandare all’estetica dei fotoreporter di cronaca nera di quei decenni. Anche a livello contenutistico, Paura e desiderio offre degli spunti di riflessione, alla luce dell’ossessione kubrickiana per i temi della follia umana, degli impulsi bestiali sempre presenti negli individui, dell’identità multipla. Esemplare, a questo proposito, il personaggio di Sidney, interpretato da un Paul Mazursky al suo primo film: i suoi discorsi deliranti, l’impulsività con cui ammazza la ragazza tenuta in ostaggio, il volto deformato da spaventose espressioni non possono che far venire alla mente la ricca galleria di pazzi presente nella filmografia di Kubrick. Invece, il generale nemico che dice di sentirsi in trappola, è interpretato, come il tenente Corby, da Kenneth Harp ed è quindi, chiaramente, il suo doppio. Il film fa grande utilizzo della voce fuori campo, per esprimere i pensieri dei quattro militari (Corby: “Nessun uomo è un’isola? Era vero prima dell’era glaciale, ora siamo tutti isole”) e ciò lo rende un film di guerra atipico, psicologico e filosofico, come sarà molti anni dopo lo straordinario La sottile linea rossa di Malick. Nell’incipit, le parole del narratore spiegano che la guerra mostrata potrebbe essere qualsiasi guerra, che la foresta in cui è ambientato il film è al di fuori della storia e che i personaggi abitano “il Paese della mente”. Quello che Kubrick ha esplorato, come nessun altro, nei suoi capolavori.
Paura e desiderio [Fear and Desire, USA 1953] REGIA Stanley Kubrick.
CAST Kenneth Harp, Paul Mazursky, Frank Silvera, Stephen Coit, Virginia Leith.
SCENEGGIATURA Howard Sackler. FOTOGRAFIA Stanley Kubrick. MUSICHE Gerald Fried.
Guerra, durata 62 minuti.