La sua missione, se deciderà di accettarla
Inizia con il corpo spettacolare appeso a un aeroplano, colpito dal vento, in trazione antigravitazionale.
È un teaser, è Tom Cruise che sfida il proprio limite, è Hollywood che, messa all’angolo, si arrovella sulle possibili strade da percorrere per rinnovare gli schemi dell’action.
È uno scherzo, come tutto il film che seguirà, inverosimile fino al culmine di ogni inverosimiglianza, eppure verosimile, ponderabile, perfino godibile: dunque Ethan Hunt esiste, sopravvive, corre e lotta in mezzo a noi. Vent’anni fa, sbarbatello e cialtrone, attraversava l’Europa nelle inquadrature oblique di Brian De Palma, portando nei propri occhi la fine dell’innocenza che una talpa all’interno della sua squadra aveva messo in moto. Vent’anni dopo dissolve le distanze in tempi istantanei, elide il tempo che occorrerebbe nella realtà per solcare il mondo globalizzato, hi-tech, monumentale, brulicante di minacce nucleari, spie, cecchini, deliranti figli di puttana: ancora una volta alla ricerca di un traditore che ha intenzione di distruggerlo, lui e la sua squadra, fondando sotto il nome di Sindacato un pericolosissimo e fatale anti-IMF. Più diventa adulto, meno Ethan è solo: eternamente circondato da fedelissimi compagni di partita, non deve nemmeno preoccuparsi di fare da leader, quelli lo seguono comunque, e da qui molte occasioni per sorridere, ridere, annoiarsi di siparietti non sempre originali. Va bene così: Mission: Impossible – Rogue Nation lavora anzitutto sulla calda e rassicurante coperta della prevedibilità, si compiace di serializzare, con minime variazioni e impercettibili scarti, quanto già visto a partire dagli esordi. Arrivato al quinto capitolo della serie, nemmeno il corpo hollywoodiano di Tom Cruise sembra voler cedere all’evidenza dei cinquant’anni, continua imperterrito a pompare adrenalina, è talmente evidente la contraddizione che il personaggio si dissolve, Mission: Impossible è un documentario su Cruise che gioca e noi che lo guardiamo librare in cielo, affogare sott’acqua, saltare con l’auto in retromarcia (un’immagine tutt’altro che passeggera), non morire mai. Tanto che per riportarci alla finzione è necessario un alter-ego femminile, uguale in tutto e per tutto a lui, con la quale sfiorare il melodramma, immaginare un amore, consumare un breve abbraccio. E ripartire per la prossima missione, se deciderà di accettarla.
Mission: Impossible – Rogue Nation [id., USA 2015] REGIA Christopher McQuarrie.
CAST Tom Cruise, Jeremy Renner, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, Ving Rhames.
SCENEGGIATURA Christopher McQuarrie. FOTOGRAFIA Robert Elswit. MUSICHE Joe Kraemer.
Azione, durata 131 minuti.