27° Trieste Film Festival – Alpe Adria Cinema, 22 – 30 gennaio 2016, Trieste
Il sorriso è lo specchio del fatalismo
Vincitore dell’Orso d’Argento per la Miglior Regia alla scorsa Berlinale e candidato rumeno per l’Oscar al Miglior Film Straniero, Aferim! di Radu Jude è un stravagante film storico che trova linfa pescando da generi e suggestioni cinematografiche di vario tipo.
Non è quindi un film storico nel senso più ovvio e tradizionale del termine, preciso nella bigiotteria dei costumi e degli arredamenti e con un rapporto con gli eventi ricordati in stile bignami, ma acquista un valore di ricostruzione e di riflessione storiografica importante proprio perché queste vengono filtrate. Così, coglie e rielabora la mentalità e l’essenza più profonda del periodo (la Valacchia di inizio XIX secolo, ancora sotto la dominazione ottomana), senza fermarsi sulla superficie del trattato all’apparenza più preciso e in realtà più debole. Un po’ come è stato il western per la storia americana: riferimento non casuale, perché il western è uno dei generi che compongono il mix di suggestioni su cui il film si basa, che per il resto pesca un po’ nella commedia per la vivacità di certi dialoghi e per certe situazioni stralunate, e un po’ ricorda certe opere a cavallo tra il picaresco e il surreale (Il Manoscritto di Saragozza); il tutto, incorniciato da un bianco e nero luminoso e stilizzato, che fa molto “film classico”. Un’opera che certamente si rifà al filone abbastanza fiorente negli ultimi anni di film che si specchiano nel cinema del passato affrontandolo come un oggetto di modernariato, come The Artist o Blancanieves, risultando però meno midcult del primo e meno esercizio di stile del secondo, al netto di una regia elegante ma a tratti un po’ piatta. C’è un po’ più di sostanza in Aferim!, soprattutto per come – appunto – riesce a ricostruire e rileggere un periodo importante della storia della Romania rispecchiandolo in una vicenda esemplare: quella di un ufficiale di polizia convinto del suo ruolo il quale, accompagnato dal figlio, è sulle tracce di uno schiavo zingaro fuggito dal padrone bovaro. Nella loro picaresca caccia incontrano guardie corrotte, contadini disperati e tribù di zingari, inciampando su resti di massacri e confrontandosi con preti e abati logorroici e brillanti quanto portatori di pregiudizi, fino a quando il viaggio di ritorno con il malandrino in fuga, ora catturato, non mette in crisi le loro convinzioni. Questa parziale catarsi può essere letta come metafora del graduale radicamento di nuove mentalità e di nuove consapevolezze che stavano interessando il Paese in quei decenni, per le quali è ancora presto cantare vittoria, come dimostra il fatalismo dell’uscita di scena dei due protagonisti nel finale, che, per la sua similitudine con l’inquadratura iniziale, li condanna al ruolo di ininfluenti comparse della storia. Basato su documenti dell’epoca e saggi storici.
Aferim! [id., Romania/Bulgaria/Repubblica Ceca/Francia 2015] REGIA Radu Jude.
CAST Teodor Corban, Mihai Comanoiu, Toma Cuzin, Luminita Gheorghiu, Victor Rebengiuc.
SCENEGGIATURA Radu Jude, Florin Lazarescu. FOTOGRAFIA Marius Panduru. MONTAGGIO Catalin Cristutiu.
Avventura/Drammatico/Commedia, durata 105 minuti.