L’inizio della fine dei supereroi?
“Un ragazzino che esiste e basta, come tanti della mia età, con l’unico superpotere di risultare invisibile alle ragazze”. Così si presenta Dave Lizewsky, un adolescente nerd qualunque nei sobborghi di New York, con amici altrettanto sfigatelli con cui passa il tempo nel negozio “Fumetti e Biscotti”.
Dave si chiede perché a nessuno sia ancora venuto in mente di dare un’accelerata alla propria vita diventando un supereroe; tanto, basta unire ingenuità e ottimismo, e i superpoteri non sono necessari. E perché allora non comprare su eBay un costume e non prendersi la responsabilità di scendere tra le strade a difendere i deboli, visto che la gente quando vede un’ingiustizia gira le spalle e chiude le tendine? Ecco che Dave diventa Kick-Ass, scoprendo però presto che ingenuità e ottimismo non bastano, e che altri avevano avuto già la sua stessa idea. Kick-Ass – più che una semplice parodia – è una rilettura ironica del cinema e del mito dei supereroi che ha dominato il primo decennio del secolo, che in parte sembra anche avviare un processo di demitizzazione. È il ribaltamento di Spider-Man in un certo senso: quando, invece di sacrificare amore e amicizia per continuare a compiere la propria missione, Dave – ora fidanzato con una ragazza che gli ha fatto promettere di smetterla di giocare a Kick-Ass – afferma di capire come mai la gente non vuole essere un supereroe e volge le spalle alle ingiustizie, lascia intendere come sia più importante difendere i propri progetti, invece di rischiare lottando per gli altri. Anche Big Daddy, più cha da ideali di giustizia, sembra mosso da un irrefrenabile desiderio di vendetta, tanto da sembrare un giustiziere della notte travestito da Batman; a questo senso di vendetta educa anche la figlia undicenne, adorabile all’apparenza con le sue treccine e i suoi occhi dolci ma in realtà atletica, cinica, sboccata e feroce eroina con il nome di Hit-Girl. Non c’è quindi la figura dell’eroe che sceglie di sacrificarsi per continuare a lottare contro il crimine, né quella del personaggio senza macchia e senza paura che mette la giustizia al primo posto: in Kick-Ass, raggiunto l’equilibrio della propria vita, ed esauditi i desideri di vendetta, tanto vale lasciar perdere e tornare alla normalità; tanto su Youtube ci sarà sempre qualcuno in vena di protagonismo che ci darà l’illusione di essere difesi e che i supereroi esistono. La cosa migliore del film, insieme all’umorismo sottilmente sbeffeggiante e dissacrante dei primi tre quarti dell’opera, è Hit-Girl, pronta a entrare nel gruppo dei personaggi cult, anche se edulcorata dal doppiaggio italiano.
Kick-Ass [Id., USA/Gran Bretagna 2010] REGIA Matthew Vaughn.
CAST Aaron Johnson, Mark Strong, Nicolas Cage, Chloë Moretz, Christopher Mintz-Plasse.
SCENEGGIATURA Jane Goldman, Matthew Vaughn (dal fumetto di Mark Millar). FOTOGRAFIA Ben Davis. MUSICHE John Murphy, Henry Jackman, Marius de Vries, Ilan Eshkeri.
Azione/Commedia, durata 117 minuti.