Ascesa e declino dell’Impero di Silvio
Il documentario di Roberto Faenza, scritto insieme ai giornalisti Rizzo e Stella, si presenta come una biografia interpretata e raccontata dallo stesso protagonista: Silvio Berlusconi.
Attraverso immagini d’archivio e numerose animazioni create con vecchie foto, viene ricostruito il percorso di ascesa sociale di un uomo, che abbraccia buona parte della nostra storia italiana, fin dal lontano giorno della sua nascita nel 1936.
Scorrendo le pagine di un virtuale magazine (online, perché ci sono pure i filmati da youtube), e grazie alla voce dello stesso protagonista o dell’imitazione fatta per l’occasione da Neri Marcorè, ripercorriamo la sua vita. Quella di un uomo che ogni mattina si guarda allo specchio dicendosi: “mi piaccio, mi piaccio, mi piaccio, perché se uno piace a se stesso allora piacerà anche agli altri”. Il racconto che imbastisce Faenza insieme a Filippo Macelloni alla regia, non è una dissacrante accusa, semmai è un percorso in cui attraverso la vita di Berlusconi e la sua voce, assistiamo al declino grottesco della sua complessa e instancabile personalità. Fin da ragazzino ha iniziato a guadagnarsi denaro e rispetto, credendo in se stesso e all’idea che di sé intendeva. Ma la verità, quella che viene dalle parole di Silvio, è una realtà creata per essere scintillante e spettacolare, come le immagini delle sue televisioni, quelle che a partire dagli anni ’80 hanno incantato milioni di spettatori e che gli hanno assicurato l’idolatria. Eppure, lentamente, la realtà (quella vera) spunta tra le macerie di un ideale al quale Berlusconi stesso non è stato in grado di dare concretezza. I processi, il divorzio, le accuse serie e quelle più effimere, che tanto piacciono agli italiani (cresciuti a pane e gossip), rendono il Berlusconi self-made man sempre più un fenomeno da baraccone, dove è lui stesso a raccontare le barzellette su di sé. Quelle storielle ridicole e amare che noi tutti abbiamo in bocca, perché questa storia in fondo è la nostra, ma di certo non ci fa così tanto ridere.