Attenzione: baby-popstar!!
Hannah Montana, Justin Bieber e tutti i personaggi di Glee diventano l’incarnazione di un sogno. E sono tantissimi i ragazzi che si rispecchiano nella semplicità di queste giovanissime popstar che dal niente arrivano al successo realizzando il proprio sogno solo grazie al talento.
Questa è proprio la storia di Justin Bieber. Scoperto nel web (su YouTube), prima da milioni di fan e poi dalle persone che lo trapianteranno in un contesto professionale, adesso è il protagonista di un documentario che – a soli diciassette anni – lo ritrae come il nuovo dio della musica pop. Esagerata di per sé la scelta di questo genere, il documentario, che si presta a enfatizzare la vita e i successi di una figura… che però – in questo caso – ha ancora tutta una vita davanti. Inoltre la scelta di questo genere affianca inevitabilmente la pellicola a quelle di altre personalità della musica (per fare un esempio, Michael Jackson’s This Is It) che però hanno avuto il lustro di un documentario dopo una carriera già affermata. Evidentemente il fenomeno baby-popstar dalle facce pulite, con sogni grandi e l’“amicizia” al primo posto (si veda anche l’Hannah Montana made in Disney, o la telenovela italo-argentina Il mondo di Patty) non si esaurirà in breve tempo. Certamente è complice il favore dei genitori che reputando innocue le dolci canzoni d’amore di questi piccoli artisti – e il film di Bieber lo prova – non hanno esitato ad accompagnare al concerto le proprie figliolette addobbandosi anch’essi con magliette e striscioni. Gli stessi non si sottrarranno certamente al compito di accompagnare le piccolissime fan alla proiezione in 3D della figura danzante del giovane Justin! Ma la luce più splendente che queste piccole stelle riescono ad emanare è solo quella relativa alla loro nascita, e l’attenzione che catturano è solo quella della loro scoperta. La formula di questo incredibile successo mediatico sembra trovare le proprie radici solamente nel talento, nell’età, e nella presunta genuinità di questi enfant prodige. C’è dunque ancora molto da capire su questo fenomeno delle baby-popstar.