Il melodramma secondo Özpetek
“Un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso.” Più o meno la stessa cosa succede ai protagonisti di Allacciate le cinture. L’incontro fortuito tra Antonio ed Elena darà inizio alla storia d’amore più importante della loro vita, nonostante le grandi differenze sociali esistenti tra i due.
Il film è un ritorno un po’ in sordina per Özpetek, sia in senso stilistico che pubblicitario: non si può certo dire che la comunicazione del film sia stata spammata in ogni angolo del palinsesto televisivo. Sul lato autoriale, il regista torna ad un tono più intimo e mélo, allontanandosi da quegli affreschi d’insieme che in altri titoli gli avevano permesso di calcare la mano su alcuni aspetti quasi sociologici (Magnifica presenza, Le fate ignoranti). In questo film ci si concentra su un’unica storia, centro focale di tutto il montaggio, e anche se sono presenti linee narrative parallele, non si distoglie mai lo sguardo dal fulcro centrale, nel bene e nel male. Questo fatto permette infatti al regista di concentrarsi su un solo soggetto e di costruirlo con varie stratificazioni sociali e psicologiche senza che esse coprano tutti gli altri elementi. Allo stesso tempo, però, si mettono in luce anche i difetti del film, facendo affidamento sulla performance dei protagonisti che è tanto efficace nei silenzi e nei giochi di sguardi, quanto deludente nell’ambito dialogico. Molto meglio sono resi i personaggi collaterali. Smorzando certi lati polemici, che in altri film erano ostentati fino ad apparire fuori luogo, si riesce a far scorrere la narrazione lineare senza troppi bocconi amari da buttar giù. Quasi omologandosi alla medietà della produzione italiana, il film spara nel mucchio, mimetizzandosi senza lasciare il segno. Da un lato non c’è quell’irriverenza e ostentazione che pongono il marchio di fabbrica di Özpetek: anche se gli elementi sono presenti, sembrano tutti abbastanza giustificati da non essere fuori luogo. Dall’altro lato, proprio questo elemento che arrecava disturbo in altri titoli, dimostra il fatto che senza di esso il film resta molto più evanescente rispetto alle altre opere del regista. Comunque la ricerca di equilibrio tra la sceneggiatura e le idee proposte si avvia su una buona strada. Ciliegina sulla torta, giocata di furbizia è strategia, è ovviamente la colonna sonora firmata da Rino Gaetano: un nome, un programma a cui nessuno girerà mai le spalle.
Allacciate le cinture [Italia 2014] REGIA Ferzan Özpetek.
CAST Kasia Smutniak, Carolina Crescentini, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Francesco Scianna.
SCENEGGIATURA Gianni Romoli, Ferzan Özpetek. FOTOGRAFIA Gian Filippo Corticelli. MUSICHE Pasquale Catalano.
Drammatico, durata 110 minuti.