L’immortalità dell’arte
È il primo film interamente dipinto su tela: stiamo parlando di Loving Vincent, già vincitore del Premio del Pubblico al Festival d’Annecy e ora capace di conquistare il cuore degli spettatori e della critica, tanto da arrivare alla cinquina finale dell’Oscar per il Miglior Film d’Animazione contro i colossi Coco e Ferdinand.
Un film che parla di arte con l’arte stessa, e lo fa con uno dei suoi più amati protagonisti: Vincent Van Gogh. Ci troviamo in Francia nel 1891: a pochi mesi dal suicidio del pittore, il giovane Armand Roulin riceve l’incarico, dal padre postino, di recapitare una lettera al fratello, Theo Van Gogh. Il viaggio lo porterà a scoprire qualcosa di più sulla vita dell’artista e sulle persone che hanno trascorso con lui gli ultimi giorni. Se da qualche anno a questa parte abbiamo apprezzato la grande arte al cinema grazie al racconto di mostre, esposizioni ed artisti, qui lo spettatore si trova di fronte a qualcosa di magico e meraviglioso: più di mille dipinti realizzati da oltre cento pittori, per un risultato finale che ammalia e cattura, attraversato dai colori, dalla storia e dalla malinconia. Realizzato con la tecnica Painting Animation Work Station, Loving Vincent ci trasporta letteralmente nell’arte di Van Gogh, grazie anche ad una trama accattivante che indaga sulla sua morte e sulla sua personalità. Una narrazione che alterna passato e presente, bianco e nero alle tinte pastello, depressione a voglia di vivere, regalandoci il quadro generale di un artista che ha rivoluzionato l’arte contemporanea realizzando più di 800 opere, ma che in vita ne è riuscita a vendere solo una. Un artista che ha subito umiliazioni, che era deriso e considerato pazzo, ma che nel dipingere trovava la sua pace, offrendo al mondo il valore inestimabile del suo immenso talento. Genio e sregolatezza, ancora una volta, alla base di una persona tormentata che riusciva ad esprimersi solamente con un pennello in mano, sperando un giorno di arrivare al grande pubblico. E Loving Vincent, grazie anche ai 65.000 fotogrammi che lo compongono, ripercorre i passi e scopre le persone che hanno condizionato la sua vita e l’hanno ispirato, con la riproduzione stessa di alcune opere. Un’esperienza cinematografica che non ha precedenti, il cui risultato è talmente sorprendente da far capire l’importanza artistica e culturale di chi l’arte l’ha amata per davvero, nonostante una vita difficile e piena di contraddizioni ma quasi sempre rappresentata da colori forti e positivi. Perché, come ha detto lo stesso Vincent Van Gogh, “ho preferito la malinconia che sperasse, che avesse delle aspirazioni, che cercasse qualcosa, ad una disperazione cupa e stagnante”.
Loving Vincent [id., Gran Bretagna/Polonia 2017] REGIA Dorota Kobiela, Hugh Welchman.
CAST Douglas Booth, Robert Gulaczkyk, Chris O’Dowd, Eleanor Tomlinson, Saoirse Ronan.
SCENEGGIATURA Dorota Kobiela, Hugh Welchman, Jacek Dehnel. MONTAGGIO Dorota Kobiela, Justyna Wierszynska. MUSICHE Clint Mansell.
Animazione/Biografico, durata 94 minuti.