Ricordi dal set
Sembra ormai lontano quel 6 settembre 2010, il giorno di inizio riprese di Dietro il buio, il film che all’epoca si intitolava ancora Lei dunque capirà, come la piecé teatrale scritta da Claudio Magris, sceneggiata per il grande schermo dal figlio Paolo Magris e dal regista Giorgio Pressburger.
Entrambe le opere sono una rivisitazione moderna del mito di Euridice, la donna amata da Orfeo che cerca di riportarla alla vita dal regno dei morti.
Il lavoro di pre-produzione era iniziato mesi prima con la ricerca delle location: servivano ambienti di diversa natura ed atmosfera, che trasportassero gli spettatori dal livello terrestre fin nel più profondo Ade. Servivano dei giardini, una casa di riposo o un ospedale, un ascensore antico con la gabbia in vetro e ferro, degli edifici misteriosi e inquietanti.
L’ospedale psichiatrico di Gorizia si è rivelato essere l’ambientazione più adatta a rappresentare Casa Serena, l’ospizio dove le anime riposano nella notte eterna, grazie ai suoi lunghi corridoi, al giardino tutt’intorno ed al cancello, pesantemente antico.
Le grandi finestre ci hanno costretti a lavorare principalmente di notte, non potendo oscurare in altro modo le stanze. Iniziavamo subito dopo pranzo per l’allestimento, ma in verità la produzione e parte del reparto regia facevano riunione organizzativa già al mattino.
La costante più impegnativa per il reparto tecnico era la realizzazione dell’Ombra del Presidente, che coinvolgeva scenografi, elettricisti e direttore della fotografia affinché anche l’impalpabile co-protagonista avesse una consistenza reale e si andasse ad alleggerire il lavoro di post-produzione grafica che già doveva intervenire su alcune riprese svolte a Trieste in cui la città era troppo visibile.
Giravamo all’esterno del gasometro, al tramonto, la corsa senza sosta verso l’uscita dal mondo dei morti di Orfeo ed Euridice che si conclude in una galleria di Nova Goriza: da un lato degli enormi teli neri ancorati al colle, per simulare il buio degli inferi, dall’altro un potentissimo faro alimentato dal gruppo elettrogeno.
Il film, che è stato girato in tre settimane effettive di riprese, è stato prodotto da Mattia Vecchi per la Sine Sole Cinéma srl con il contributo di CCCB di Barcellona ed ha partecipato alla 68. Mostra del Cinema di Venezia – Giornate degli Autori. Esce ora nelle sale, con la difficoltà solita dei film di produzioni indipendenti che non riescono a trovare un distributore su tutto il territorio nazionale.